Il capo di stato maggiore della Difesa, Portolano: «Le dichiarazioni dell’ammiraglio Cavo Dragone sugli attacchi preventivi alla Russia? Riflettono quello che tutti noi pensiamo»

Le dichiarazioni dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone riflettono «quello che tutti noi pensiamo», dunque «lo sostengo», anche considerando la sua posizione: «Essendo un consigliere del Segretario generale della Nato, la più alta autorità in ambito dell’alleanza, credo che si tratti di un parere condiviso anche dalla componente politica della Nato». A dirlo, dalla sala della Mappamondo alla Camera dei deputati, è il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, che ha fatto il punto sul Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa per il triennio 2025-2027, per «condividere le scelte strategiche e finanziarie del settore e per far conoscere i nostri sforzi nel breve e nel lungo periodo». Inevitabile, però, una domanda sulle dichiarazioni dell’ammiraglio relative a un «attacco preventivo» della Nato alla Russia, che hanno suscitato un certo allarmismo. «Si riferiva al settore cyber», puntualizza.
Il bilancio della Difesa nel 2025
Parlando del bilancio della Difesa per il 2025, Portolano ha spiegato che sono stati destinati 31,3 miliardi di euro, con una proiezione sostanzialmente stabile per il biennio successivo. «La crescita degli ultimi anni – ha precisato – va letta con attenzione: in chiave positiva per il settore «investimenti», mentre il settore «esercizio» resta ancora sottofinanziato. I 2,3 miliardi destinati alle spese di esercizio segnano un lieve incremento rispetto ai 2,2 miliardi dell’anno precedente, ma «non soddisfano» i bisogni di funzionamento e addestramento.
Le quattro macro-tendenze per il prossimo decennio
Quanto alla strategia militare nazionale, il generale indica quattro macro-tendenze che guideranno la Difesa nel prossimo decennio e che «richiederanno un impegno sempre più integrato da parte di tutte le istituzioni dello Stato». La prima riguarda il «possibile acuirsi del trend di ibridazione della minaccia», seguita dalla centralità del Mediterraneo allargato: «l’Italia, per la sua posizione geografica, è chiamata a svolgere un ruolo di primo piano in quest’area». La terza macro-tendenza è legata alla spinta tecnologica, che «deve coinvolgere il mondo dell’università, della ricerca e dell’industria», mentre l’ultima riguarda il ruolo crescente dell’Unione Europea nell’architettura della sicurezza continentale
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Lo spazio
Tra i settori prioritari di investimento c’è lo spazio, «un dominio sempre più centrale per garantire superiorità informativa e resilienza delle comunicazioni» puntualizza il generale. Nel DPP 2025–2027 al comparto sono destinati 426 milioni di euro di investimenti aggiuntivi, volti a «rafforzare la postura nazionale», potenziando, per esempio le capacità di sorveglianza dallo spazio.
Mezzi terresti, marittimi e aerei
Un impegno particolarmente significativo interessa il settore dei mezzi terrestri, le cui disponibilità sono state integrate con 3.5 miliardi di euro. Quanto ai mezzi marittimi «cruciali per rafforzare la postura del paese nel Mediterraneo allargato», aggiunge, ai precedenti finanziamenti sono stati allocati ulteriori 2.3 miliardi di euro «con programmi che mirano a rafforzare il controllo dei mari, la libertà di navigazione e la protezione delle infrastrutture critiche». Crescono anche le risorse destinate ai mezzi aerei, con un totale di 4,5 miliardi di euro
«Va riconisciuta la funzione della Difesa»
Per il generale, parlare di Difesa non significa necessariamente «evocare scenari inverosimili», ma riconoscere che la «funzione Difesa non è più confinata ai teatri di operazione, ma si estende a uno spazio che oggi coinvolge anche le nostre case, nel quale anche il cittadino deve sentirsi parte attiva nella costruzione della sicurezza». E aggiunge: «Quando parliamo di Difesa nella sua accezione più ampia dobbiamo riferirci non solo alla protezione fisica dei territori e dei cittadini – ha ricordato Portolano – ma anche alla salvaguardia dei meccanismi decisionali e dei processi democratici sui quali si fonda la vita del Paese».
