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Scuola, dal 2026 cambio di rotta: Valditara firma i nuovi programmi. La storia occidentale per far «integrare» gli stranieri, il latino e i classici

09 Dicembre 2025 - 17:57 Ygnazia Cigna
Dopo quasi due anni di lavori (e di polemiche), ora è ufficiale: il ministro dell'Istruzione e del Merito ha dato il via libera alle nuove Indicazioni nazionali per l'infanzia, la primaria e le medie

Verso un cambio di rotta a scuola. Ora è ufficiale: da settembre del prossimo anno entreranno in vigore le nuove Indicazioni nazionali per le scuole dell’Infanzia, elementari e medie. Il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il documento definitivo, che ridefinisce programmi, approcci didattici e priorità educative, segnando una svolta significativa nel modo in cui i bambini e i giovani conosceranno la storia, le materie scientifiche, le lingue straniere e le competenze civiche. «Con questa firma si volta pagina. Dal prossimo anno scolastico torneranno centrali la storia occidentale, la valorizzazione della nostra identità e la riscoperta dei classici che hanno contraddistinto la nostra civiltà. Ripristiniamo inoltre il valore della regola, a partire da quella grammaticale, e del latino. Ciò non costituisce il ritorno a un passato superato», ha dichiarato il ministro.

I due anni di lavoro

Le nuove Indicazioni nascono da un lavoro durato quasi due anni, coordinato dal comitato tecnico presieduto dalla professoressa Perla e dai membri delle sottocommissioni. L’ultimo passaggio è avvenuto a metà novembre, quando il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole sul testo, dopo che il ministero aveva apportato le necessarie correzioni. In precedenza, a settembre, lo stesso Consiglio aveva infatti sospeso il parere perché il documento presentava «carenze rilevanti» su più fronti, tra cui errori linguistici e refusi come «realità» al posto di «realtà», «dimostare» invece di «dimostrare», o «educazion e», oltre a imprecisioni grammaticali e usi scorretti di pronomi e virgole. Non mancavano poi rilievi didattici da rivedere.

Le critiche

Non solo questioni di forma. Il percorso verso l’approvazione è stato accompagnato da mesi di scontri. I sindacati hanno più volte criticato le linee guida parlando di «impianto fragile e distante dalla realtà delle scuole» e definendo il testo «improvvisato, linguisticamente fragile e pedagogicamente debole». Alcuni punti del documento hanno poi suscitato dibattito pubblico, come la presenza della Bibbia tra i libri consigliati, la revisione dell’insegnamento della storia e l’introduzione (opzionale) del latino alle medie.

La storia occidentale al centro

Nel nuovo testo, la storia vera e propria inizia dal III anno della primaria, mentre i primi due anni servono a familiarizzare con il concetto di passato, la linea del tempo, la ciclicità degli eventi e i luoghi storici più vicini all’esperienza quotidiana degli alunni. Un cambiamento significativo riguarda anche l’orientamento culturale. Il documento afferma che «nella scuola primaria sembra poi necessario che l’insegnamento» abbia al centro le origini della civiltà occidentale, considerate fondamenta della nostra storia nazionale e strumenti per far maturare negli alunni la consapevolezza della propria identità di persona e di cittadino. Una scelta spiegata, si legge nel testo, anche «vista la sempre maggiore presenza di giovani provenienti da altre culture» e quindi «favorire l’integrazione di questi ultimi che dipende anche, in modo determinante, dalla conoscenza dell’identità storico-culturale del paese in cui ci si trova a vivere».


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