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FdI omaggia Beppe Vessicchio a un mese dalla morte, la figlia ad Atreju: «Perdita shock, era l’uomo di tutti»

10 Dicembre 2025 - 17:58 Alba Romano
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Il premio alla carriera consegnato dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi alla figlia Alessia, che si commuove

«È solo un mese che mio padre ci ha lasciato senza preavviso, nel senso che non pensavamo potesse accadere, perché stava bene, perché aveva 69 anni e aveva ancora tanti progetti. Però il dolore non è solo nostro, il dolore alla fine è di tutti». Una commossa Alessia Vessicchio ha ricordato con queste parole oggi suo padre, il maestro Beppe Vessicchio, ricevendo dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi il premio alla carriera per il padre sul palco di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia in corso a Roma. «Io sono privilegiata perché quando si ha un dolore così profondo, uno shock così, avere tanto amore intorno, tanti riconoscimenti, tante persone che ti dicono le stesse cose belle che dicevano quando era vivo, senza retoriche, perché mio padre è stato l’uomo di tutti… Non aveva luogo geografico, sociale, culturale, politico. Lui è stato l’uomo di tutti»: così la figlia Alessia ha ricordato il celebre direttore d’orchestra e arrangiatore morto a Roma lo scorso 8 novembre. «Grazie, con tutta la sostanza che questa parola può avere», ha detto quindi a Mazzi e alla comunità di FdI che ha voluto tributare l’omaggio a Vessicchio.

La parabola di Vessicchio e l’omaggio di FdI

Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Vessicchio aveva fatto la sua prima apparizione sul palco del Festival di Sanremo nel 1990, e da quel momento era diventato una presenza fissa e amata all’Ariston e nelle case degli italiani. Nel 1994, 1997 e 1998 ricevette il premio come miglior arrangiatore, nel 2000 la giuria presieduta da Luciano Pavarotti gli assegnò un riconoscimento speciale. Quattro volte vincitore del Festival come direttore d’orchestra – con “Sentimento” degli Avion Travel (2000), “Per dire di no” di Alexia (2003), “Per tutte le volte” che di Valerio Scanu (2010) e “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni (2011), aveva diretto tra gli altri anche Mia Martini, Mango, Elio e le Storie Tese, Le Vibrazioni, Gianluca Grignani, Arisa. Ai primi di novembre la morte inattesa all’ospedale San Camillo Forlanini di Roma dopo il rapido complicarsi di una polmonite interstiziale. Poche settimane prima Vessicchio aveva dato la sua ultima intervista proprio a Open, con cui aveva commentato il caso della nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale della Fenice di Venezia e le polemiche scaturitene. Sempre lontano dalla politica, Vessicchio è stato omaggiato oggi in una edizione di Atreju che molti vedono come la consacrazione «nazional-popolare» di Fratelli d’Italia dopo tre anni alla guida del governo.

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