Inchiesta urbanistica, sequestrati due edifici in costruzione della torre Unico-Brera di Milano: «Trucco sulle parole per aggirare le regole»

Sono stati sequestrati in pieno centro a Milano, quartiere Brera, i cantieri di due edifici in costruzione in via Anfiteatro 7. Uno di 4 piani e uno di 11, altri 34,78 metri con tre livelli interrati di box, destinati a 27 appartamenti a partire da 700mila euro per un monolocale. L’intervento è finito sotto la lente del giudice per le indagini preliminari, che ha disposto il sequestro per presunta lottizzazione abusiva e falso. Si tratta di un nuovo sequestro nell’ambito della maxi indagine sulla gestione dell’urbanistica a Milano. In questo capitolo di inchiesta, che riguarda abusi edilizi e ipotizza anche il falso, ci sono 27 indagati tra proprietari, profettisti ed esperti.
Il complesso residenziale sequestrato «Unico-Brera»
Al centro del sequestro preventivo, disposto dal gip Mattia Fiorentini, su richiesta dei pm Petruzzella, Filippini e Clerici, con l’aggiunto Tiziana Siciliano, c’è il progetto immobiliare Unico-Brera in via Anfiteatro 7, di cui si era già parlato in alcuni atti delle indagini. Si tratta di un complesso residenziale composto dai due edifici sequestrati all’interno di un’area rimasta vuota dal 2006 dopo la demolione di un palazzo settecentesco. In particolare, nel filone che lo scorso marzo aveva portato all’arresto dell’ex vicepresidente della Commissione Paesaggio Giovanni Oggioni e a una interdittiva per l’architetto Marco Cerri. Tra le contestazioni nel sequestro, oltre alla violazione delle normative urbanistiche, ancora una volta il capitolo della sottostima degli oneri di urbanizzazione e un presunto illecito aumento delle cubature e dei volumi della torre in via di realizzazione.
Le irregolarità contestate
Secondo gli atti di indagine, la costruzione non poteva essere considerata una semplice ristrutturazione, autorizzabile con la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) , ma una «nuova costruzione» che richiedeva permesso di costruzione e piano attuativo. I progettisti, però, avrebbero omesso di calcolare correttamente i volumi, limitandosi alla cosiddetta «superficie lorda di pavimento», ossia la misura della superficie calpestabile in metri quadrati. Il progettista Marco Emilio Maria Cerri ha giustificato questa scelta sostenendo che «a Milano si usa così il termine», intendendo per «volumetria» la superficie e non il volume in metri cubi. Il gip rileva però che questa interpretazione stravolge il significato tecnico della parola e non trova riscontro nella pratica corretta. La documentazione acquisita dimostra infatti che i progettisti precedenti avevano calcolato sia i volumi reali in metri cubi sia la superficie lorda, rispettando la distinzione tra le due misure e le regole edilizie.
Ti potrebbe interessare
La speculazione edilizia
I pm Petruzzella, Filippini e Clerici sottolineano che le procedure adottate avrebbero avuto lo scopo di aggirare la protesta dei residenti e nascondere il procedimento amministrativo portando avandi quindi un’operazione di mera speculazione edilizia. E il gip ha riconosciuto come gli operatori coinvolti, privati e pubblici, «non erano certo soggetti sprovveduti, ma professionisti e imprenditori che governavano perfettamente la materia e conoscevano gli strumenti urbanistici».
