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Ponte sullo Stretto, parla il progettista: «L’ecologia é stata la nostra bussola». Le risposte alle critiche

11 Dicembre 2025 - 09:40 Ugo Milano
Dopo il via libera negato dalla Corte dei conti lo scorso ottobre, Marco Lombardi fa il punto: «Vi spiego perché è un orgoglio dell’ingegneria italiana»

Secondo Marco Lombardi, amministratore delegato di Proger, il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina «non è vecchio, ma aggiornato fino all’ultimo momento utile» e porterà «decisi benefici economici» perché «è un orgoglio dell’ingegneria italiana». Lombardi risponde così alle critiche della Corte dei conti e alle obiezioni ambientali sollevate negli ultimi anni. Lo scorso ottobre la Corte dei conti ha infatti negato il visto e la conseguente registrazione alla delibera del Cipess (di agosto) sul via libera al ponte sullo Stretto per violazione di due direttive europee: conservazione di habitat naturali, e mancanza del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario.

«Le critiche della Corte dei conti? Incomprensibili»

Le critiche sono «incomprensibili», afferma il ceo di Proger, una delle società responsabili della progettazione del Ponte, al direttore de Il Centro Luca Telese. «Il progetto in questi anni è stato ottimizzato con le più moderne tecnologie», spiega Lombardi, sottolineando come l’opera abbia già influenzato altri progetti di ponti sospesi, tanto da parlare di «Messina Type» per altri progetti di ponti sospesi. Secondo il ceo di Proger, le critiche sarebbero esclusivamente italiane: «Un’opera non è di destra né di sinistra. Solo in Italia ascoltiamo i cori da curva sud su di un eccezionale progetto di viabilità».

La sostenibilità e i costi

Sotto il profilo ambientale, Lombardi ribadisce l’impegno alla sostenibilità: «L’ecologia é stata la nostra bussola. Ci siamo posti il vincolo della sostenibilità ambientale, che in precedenza non era mai stata una priorità e per la prima volta si potenzierà preventivamente l’ecosistema interessato dagli effetti del cantiere e non a fine lavori ripristinando ciò che si va a degradare». Nessun timore nemmeno sul fronte geologico: «La fondazione del Ponte non insiste su una faglia, perché la Cannitello è da intendersi più propriamente come un terrazzamento marino». Mentre sul piano economico, il ceo cita uno studio della Bocconi: «Il Ponte produce più ricchezza del suo costo, pari a 14 miliardi di euro». Mentre,a suo dire, l’incremento dei costi rispetto alle stime iniziali sarebbe dovuto solo all’adeguamento dei prezzi delle materie prime.

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