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Caso Epstein, i sondaggi puniscono Trump: solo il 23% approva la gestione della vicenda. I sospetti sui tentativi di cancellare le prove e le nuove foto

14 Dicembre 2025 - 20:06 Cecilia Dardana
donald trump jeffrey epstein
donald trump jeffrey epstein
Secondo un sondaggio Reuters-Ipsos, le immagini diffuse dai democratici hanno avuto pesanti ripercussioni sul consenso del tycoon

Il caso Jeffrey Epstein continua a scuotere la politica americana, e l’attenzione si concentra di nuovo sul presidente Donald Trump. Venerdì scorso i democratici del Congresso hanno reso pubbliche delle foto che ritraggono uomini di potere, tra cui lo stesso Trump, insieme al finanziere pedofilo e ad alcune giovani. Le immagini hanno immediatamente avuto ripercussioni sul consenso del tycoon: secondo un sondaggio Reuters-Ipsos, solo il 23% degli americani approva la gestione della vicenda da parte del presidente, mentre il 52% la critica.

Chi compare nelle nuove foto diffuse dai democratici

Epstein, morto nel 2019 in un carcere di New York, era accusato di aver organizzato un giro di abusi sessuali su minorenni coinvolgendo un ristretto gruppo di amici influenti. Nelle nuove immagini compaiono anche l’ex presidente Bill Clinton, il regista Woody Allen, lo stratega di Trump Steve Bannon e l’imprenditore Richard Branson. Dai documenti emerge anche che la principessa Sofia di Svezia, allora giovane modella a New York, avrebbe visitato più volte l’isola privata dei Caraibi di Epstein. Altri materiali sensibili sono destinati a essere resi pubblici entro il 19 dicembre, data fissata dal dipartimento di Giustizia.

Cosa dicono i sondaggi

La Casa Bianca ha cercato di minimizzare l’impatto delle rivelazioni, ma i numeri dei sondaggi preoccupano i repubblicani: due americani su tre ritengono che Trump fosse a conoscenza del giro di pedofili, incluso il 39% degli elettori del suo partito. Una percezione che potrebbe incrinare il sostegno attorno al presidente, soprattutto mentre crescono i sospetti su eventuali tentativi di cancellare prove compromettenti. In questo contesto, alcuni senatori democratici hanno chiesto un audit formale dei documenti di Epstein per ricostruire tutta la «catena di custodia» dei file e verificare eventuali interferenze. Il leader democratico alla Camera, Hakeem Jeffries, ha invocato «piena trasparenza», mentre associazioni di vittime e legali sollecitano un controllo indipendente.

Le procedure rallentate

Secondo il Wall Street Journal, già a maggio, durante un incontro alla Casa Bianca, la procuratrice generale Pam Bondi avrebbe informato Trump che il suo nome compariva nei documenti. Da allora, le procedure legate ai file sono state rallentate in modo insolito, mentre l’Fbi ha mobilitato quasi mille agenti per esaminare ogni documento, spendendo oltre un milione di dollari in straordinari. Molti vedono in questa lentezza un tentativo di proteggere Trump, ipotesi che i democratici e una parte dell’elettorato repubblicano vogliono chiarire.

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