Garlasco, si va in aula per l’incidente probatorio. Lo scontro sulle perizie, il Dna di Sempio e le carte nascoste dei pm: cosa può succedere il 18 dicembre – Il video
Giovedì 18 dicembre segnerà un nuovo passaggio nel lungo percorso giudiziario legato al delitto di Chiara Poggi, avvenuto ormai quasi vent’anni fa a Garlasco. In quell’occasione, davanti al gip Daniela Garlaschelli, si terrà l’udienza di chiusura dell’incidente probatorio riguardante Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso. Al centro della discussione ci sarà la perizia della genetista Denise Albani sul Dna maschile trovato sulle unghie della giovane vittima. Ma cosa ci dobbiamo aspettare? Cosa succederà davvero quel giorno?
Cosa succede il 18 dicembre
Il 18 dicembre non si deciderà la colpevolezza di nessuno, né tantomeno sarà il giorno di un eventuale rinvio a giudizio di Sempio. L’udienza servirà a mettere a confronto le conclusioni della perizia, che ha rilevato una compatibilità del profilo genetico con la linea paterna della famiglia Sempio. Una compatibilità che, però, secondo la difesa, non può essere considerata una prova certa, perché si basa su dati documentali, quelli del lavoro del genetista Francesco De Stefano nel 2014, «non consolidati». Per Liborio Cataliotti, difensore del 37enne, quello è il «Dna di più persone, che non si sa se depositato in seguito a contatto diretto o con una stessa superficie, non si sa oltretutto quando».
In più, non si sa dire con certezza se i reperti fossero sopra o sotto le unghie: impossibile dunque desumere se la vittima abbia tentato di difendersi o meno. Insomma, in aula i periti illustreranno i metodi e le conclusioni del loro lavoro, mentre le parti porranno domande, chiederanno chiarimenti e faranno osservazioni già anticipate in forma scritta nei giorni scorsi. La battaglia sarà sulla capacità della perizia Albani di fornire una prova.
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Quali scenari si possono aprire dopo il 18 dicembre
Quello del 18 dicembre non sarà quindi un giorno di verdetti, ma rappresenta comunque un passaggio cruciale. L’esito del confronto tecnico può aprire diversi scenari. Da un lato, se la Procura ritiene che non ci siano prove sufficienti o che quella traccia genetica non regga e che non ci siano riscontri esterni solidi, potrebbe chiedere l’archiviazione. Dall’altro, se gli indizi raccolti, genetici e investigativi – come il famoso scontrino di Vigevano usato come alibi da Sempio, le telefonate a casa Poggi i giorni prima del delitto, le nuove foto che collocano l’indagato nei pressi della casa dopo l’omicidio – saranno ritenuti solidi, nei mesi successivi potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio, aprendo la fase dibattimentale. Cosa che comunque non avverrebbe il 18 dicembre ma verosimilmente l’anno nuovo. Infine, non è escluso che l’incidente probatorio debba essere esteso ad altri reperti, come l’impronta 33 individuata nella villetta di via Pascoli e attribuita a Sempio, e che quindi l’indagine continui con ulteriori approfondimenti.
Cosa potrebbe cambiare per Alberto Stasi
In tutto questo, la speranza (e il dubbio) è che la Procura abbia davvero in mano elementi decisivi non ancora rivelati, capaci di reggere il peso di un processo concreto e non limitarsi a un procedimento puramente indiziario, come già accaduto nel caso di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio a 16 anni di carcere. Secondo alcuni, i magistrati di Pavia avrebbero ricostruito nel dettaglio anche il movente e parlano di «indizi plurimi contro Andrea Sempio». Se ci fosse quindi la richiesta di rinvio a giudizio a inizio anno, a questa potrebbe seguire la valutazione della richiesta di revisione della condanna di Stasi. Insomma, il 18 dicembre con tutta probabilità non ci saranno grandi rivelazioni ma sarà un momento fondamentale per capire in che direzione potrà muoversi l’inchiesta.
