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Insegna per un sacco di anni senza avere una laurea, quanto deve restituire il finto prof. «L’ho fatto per necessità»

17 Dicembre 2025 - 23:22 Alba Romano
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Il 39enne è stato condannato dalla Corte dei Conti della Lombardia dopo aver insegnato dal 2021 al 2024 in diversi istituti superiori, dichiarando titoli di studio mai conseguiti

Aveva insegnato per anni in diversi istituti superiori dichiarando titolo di studio mai conseguiti. Per questo motivo, un 39enne è stato condannato dalla Corte dei Conti della Lombardia a restituire oltre 63mila euro al ministero dell’Istruzione e del Merito, pari all’intero ammontare degli stipendi percepiti tra il 2021 e il 2024. Il docente aveva infatti sostenuto di essere in possesso di due lauree in Ingegneria gestionale della logistica e della produzione conseguite presso l’Università Federico II di Napoli, titoli risultati poi completamente falsi. 

I primi incarichi e le false dichiarazioni 

Secondo quanto ricostruito nella sentenza, riportata dal Giorno, i primi contratti a tempo determinato risalgono al periodo compreso tra il 29 settembre e il 6 dicembre 2021, quando l’uomo aveva insegnato Matematica e Fisica (classe di concorso A027) come supplente al liceo scientifico Marie Curie di Meda e all’istituto Castiglioni di Limbiate. In entrambi i casi aveva presentato una dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestando il possesso della laurea. L’esperienza al liceo di Meda era poi proseguita con un secondo contratto, fino al 31 agosto 2022, come docente di Scienze e tecnologie informatiche.

L’ingresso nelle graduatorie e la scoperta

Il 30 maggio 2022 il 39enne aveva presentato domanda di inserimento nelle graduatorie provinciali e di istituto per le supplenze degli anni scolastici 2022-2023 e 2023-2024. Nella richiesta aveva dichiarato di aver conseguito una laurea triennale nel 2008 e una laurea specialistica nel 2011, entrambe alla Federico II di Napoli, con il massimo dei voti. Grazie a queste dichiarazioni, aveva continuato a insegnare in un altro istituto fino al 20 gennaio 2023, data in cui si era dimesso anticipatamente da un contratto da 18 ore settimanali valido fino al 30 giugno. La decisione era arrivata il giorno dopo che la segreteria scolastica aveva verificato direttamente con l’università partenopea l’inesistenza dei titoli dichiarati. La scoperta era stata immediatamente segnalata al provveditorato di Monza e Brianza, che il 16 marzo 2023 aveva disposto l’esclusione dell’uomo dalle graduatorie.

Le lezioni continuate nonostante l’esclusione

Nonostante ciò, il falso docente aveva continuato a lavorare come insegnante: prima a Cantù, dal 13 settembre 2023 al 30 giugno 2024, quindi in un istituto tecnico di Monza, dichiarandosi laureando presso l’università telematica eCampus. Anche questa circostanza è stata successivamente smentita dall’ateneo.

La difesa e la condanna

Durante l’udienza davanti alla Corte dei Conti, l’uomo ha ammesso la falsità delle dichiarazioni, per le quali aveva già ricevuto un decreto penale di condanna per falso ideologico. Ha però sostenuto di aver agito non con intento fraudolento, ma per necessità economica e nella convinzione di poter svolgere comunque il lavoro con competenza e dedizione. La difesa ha inoltre evidenziato l’assenza di segnalazioni negative da parte di dirigenti, colleghi, studenti o famiglie.

Argomentazioni respinte integralmente dai giudici contabili, che hanno definito la condotta «inequivocabilmente illecita» e sorretta da dolo, ritenendo «non ragionevolmente possibile» interpretare il comportamento se non come un chiaro tentativo di ingannare l’amministrazione pubblica per ottenere incarichi di insegnamento senza i requisiti richiesti. La sentenza impone ora al 39enne la restituzione integrale delle somme percepite indebitamente.

Foto copertina: PEXELS / VANESSA GARCIA

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