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L’infondata lettera del Ministero ucraino su sanzioni e boicottaggi in Italia

22 Dicembre 2025 - 17:27 David Puente
Il documento è stato diffuso e rilanciato senza una verifica sulla sua autenticità

Circola un presunto documento inviato dal Ministero degli Affari Esteri ucraino all’ambasciata di Kiev in Italia, pubblicato il 27 ottobre 2025 dal sito turco Dikgazete e rilanciato il 2 novembre dall’agenzia russa International Reporters (IR Italia). Una lettera che, se fosse autentica, configurerebbe una grave ingerenza negli affari interni italiani. Infatti, nel testo vengono attribuite istruzioni per favorire alcune forze politiche italiane considerate “costruttive”, ostacolarne altre, finanziare specifiche associazioni e richiedere sanzioni contro giornalisti italiani.

Per chi ha fretta

  • Il numero di protocollo del documento non risulta compatibile con la data indicata.
  • Esistono documenti ufficiali del MAE ucraino di marzo 2024 con numeri di protocollo superiori.
  • Tre autorità ucraine hanno smentito l’autenticità della lettera e segnalato errori formali e stilistici.
  • Il documento è stato diffuso e rilanciato senza una verifica sulla sua autenticità.

Analisi

Il documento, condiviso come se fosse un atto interno trapelato, è stato presentato come una lettera datata 23 dicembre 2024, con protocollo n. 630/13-110-41416, firmata da Rostyslav Ohryzko, indicato come Direttore del Primo Dipartimento Territoriale del MAE ucraino, e indirizzata all’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk.

Secondo la narrazione che accompagna il documento, l’ambasciata ucraina a Roma avrebbe ricevuto l’indicazione di favorire i partiti Azione e Italia Viva, definiti nel testo come interlocutori “costruttivi”, e di boicottare il Movimento 5 Stelle e Forza Italia. Sempre secondo il documento, sarebbero previste iniziative di sostegno economico e operativo a realtà associative specifiche e azioni mirate contro giornalisti italiani ritenuti ostili.

Le smentite ufficiali e le anomalie formali

Le autorità ucraine hanno smentito l’autenticità della lettera. Il portavoce del MAE Heorhii Tykhyi, intervenuto su X in risposta al post di IR Italia, lo ha definito un “fake completo”.

L’Incaricato d’Affari a Roma Oksana Amdzhadin ha dichiarato a Open che il documento non risulta registrato nel loro sistema digitale e che indici e nomenclatura non rispettano gli standard ministeriali.

Anche Rostyslav Ohryzko, contattato da Open, indicato come firmatario del presunto documento, ha negato la paternità della lettera, spiegando che codifica, classificazione e stile non sono conformi a quelli delle comunicazioni ufficiali.

La risposta di International Reporters su X

Dopo la smentita di Heorhii Tykhyi su X, Andrea Lucidi, caporedattore di IR Italia, pubblica un post su X sostenendo che l’autenticità del documento non potesse essere confermata in modo indipendente:

In relazione all’articolo di Vincenzo Lorusso dal titolo “Kiev chiede sanzioni sui giornalisti, boicottaggio del M5S e più fondi alle associazioni ucraine” si precisa quanto segue. La fonte del testo riportato è l’articolo pubblicato sul sito turco https://dikgazete… , dal quale è stata ripresa la presunta lettera.

L’autore avrebbe dovuto indicare la fonte in modo esplicito. Al momento non è possibile confermare in modo indipendente l’autenticità del documento. Se il Ministero degli Esteri ucraino afferma che tale documento non esiste ne prendiamo atto.

Tuttavia la dinamica descritta risulta tuttavia in linea con precedenti interventi dell’ambasciata ucraina in Italia, come la lettera inviata al sindaco di Resana, che chiedeva di ostacolare iniziative considerate filorusse.

Andrea Lucidi

Di fatto, Lucidi ammette come la redazione italiana di International Reporters, partendo dall’autore dell’articolo Vincenzo Lorusso, non abbia verificato il documento prima di rilanciarlo, limitandosi a riprenderne il contenuto, e senza aver chiesto un commento alle persone o istituzioni citate.

Inoltre, la comunicazione pubblicata su X da IR Italia non risulta riportata all’interno dell’articolo presente sul sito dell’agenzia russa, che continua a diffondere la traduzione integrale del presunto documento senza una rettifica o una smentita esplicita.

Il problema del numero di protocollo

L’elemento utile alla verifica riguarda l’incongruenza della numerazione progressiva. Il documento diffuso dal sito turco, datato 23 dicembre 2024, riporta un numero di protocollo pari a 41416 (630/13-110-41416).

Online è possibile riscontrare documenti con le stesse cifre iniziali (“630/13-110”) con numeri progressivi diversi in date ben precise. Ad esempio, uno di questi riporta il numero di protocollo 33692 e la data dell’11 marzo 2024, inviato dal Ministero degli Esteri ucraino al Consiglio dei Ministri dell’Ucraina.

Riscontriamo un altro documento, citato in un file XLS del Ministero della protezione ambientale e delle risorse naturali dell’Ucraina, con il numero di protocollo 42587 datato 27 marzo 2024, riguardante il partenariato strategico tra Ucraina e Gran Bretagna.

In un sistema di gestione documentale digitalizzato e cronologico, un documento di dicembre non potrebbe avere un numero inferiore rispetto a uno di marzo dello stesso anno.

La facilità di riproduzione di un documento

Un ulteriore elemento riguarda la facilità con cui alcuni suoi elementi possono essere riprodotti. Il documento condiviso dal sito turco contiene un QR Code, presentato come ulteriore garanzia di autenticità. Tuttavia, questi QR Code non sono elementi di sicurezza in sé, in quanto possono essere generati partendo da dati pubblicamente disponibili, come quelli presenti nei documenti ufficiali consultabili sui siti istituzionali ucraini.

Nel corso della verifica, Open ha riscontrato che è possibile ricreare QR Code visivamente identici a quelli utilizzati nei documenti ministeriali, inclusi quelli presenti nel falso documento, attraverso strumenti online liberamente accessibili. Questo tipo di verifica (che non viene mostrata per evitare di fornire suggerimenti su come falsificare un documento) dimostra come l’inserimento di un QR Code non costituisca una prova dell’autenticità di un atto pubblicato al di fuori dei siti istituzionali.

Lo stesso vale per la carta intestata. Le grafiche e l’impostazione visiva del documento possono essere replicate prendendo come riferimento materiali ufficiali pubblici, senza accedere a sistemi interni o riservati.

Conclusioni

La presunta lettera del Ministero degli Affari Esteri ucraino non risulta autentica. Da un lato, International Reporters Italia, su stessa ammissione del suo caporedattore, ha rilanciato il documento senza verificarne l’origine e l’autenticità, limitandosi a riprendere una storia già circolante e mantenendo intatto l’articolo anche dopo le smentite ufficiali, ignorandole nel sito, e senza una rettifica esplicita. Dall’altro, l’analisi tecnica mostra come il documento non presenti un numero di protocollo coerente con la numerazione progressiva dei documenti gestiti dalle autorità ucraine.

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