Aumentano i casi di influenza, cosa c’è da sapere: sintomi, durata, contagio e variante K

L’influenza stagionale sta colpendo un numero crescente di persone. La diffusione è favorita quest’anno anche dalla variante K del virus A/H3N2 e l’attenzione è ora rivolta al nuovo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, atteso domani 29 dicembre dopo il rinvio per la festività di Santo Stefano. I dati, secondo gli esperti, mostreranno un’ulteriore crescita dei casi, con il picco epidemico previsto per il mese di gennaio.
Durata e sintomi dell’influenza
Secondo quanto riferisce Alessandra Bandera, direttrice delle malattie infettive del Policlinico di Milano, al Resto del Carlino, «il periodo di incubazione è breve e si manifesta nel giro di 2 giorni dal contagio» e una persona può risultare contagiosa già 24 ore prima della comparsa dei sintomi. Una persona infetta è contagiosa fino a circa 5 giorni dopo, talvolta anche fino a 10 giorni. La durata dell’influenza è in genere di 7-10 giorni, anche se stanchezza e spossatezza possono persistere più a lungo, soprattutto negli anziani e nei soggetti fragili. I sintomi tipici includono febbre elevata, dolori muscolari, tosse, forte affaticamento, mal di testa, brividi, perdita di appetito e mal di gola. Nei bambini possono comparire nausea e diarrea. Nei pazienti più vulnerabili sono possibili complicanze serie, come polmonite, difficoltà respiratorie, confusione mentale e problemi cardiaci.
Come si trasmette il virus e quando si è contagiosi
L’Istituto superiore di sanità spiega che il virus influenzale si trasmette principalmente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva prodotte parlando, tossendo o starnutendo, soprattutto in ambienti chiusi e affollati. Il contagio può avvenire anche tramite il contatto con superfici contaminate e il successivo contatto con bocca, naso o occhi. Bambini e persone immunodepresse possono trasmettere il virus per un periodo ancora più lungo.
Cosa aspettarsi dal prossimo bollettino
Il virologo Fabrizio Pregliasco prevede «un dato in salita», con circa un milione di infezioni respiratorie acute e una crescente quota di casi influenzali. La fase è ancora espansiva, con particolare incidenza tra i bambini da 0 a 4 anni. «Gli effetti complessivi delle feste di Natale, viaggi, baci, abbracci, li vedremo alla riapertura delle scuole», spiega l’esperto, indicando gennaio come mese del picco.
