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I messaggi ambigui, il ruolo del suo ex manager e la terapia. Parla Antonio Medugno: «Da Signorini andai per chiarire, mai fatto sesso» – Il video

31 Dicembre 2025 - 18:24 Cecilia Dardana
In un video pubblicato sui social l'ex concorrente del Grande Fratello prova a chiarire alcuni punti e rispondere ad alcune domande finite al centro del dibattito: «Ero manipolato dal mio ex manager»

Antonio Medugno torna a parlare pubblicamente dopo la denuncia per violenza sessuale ed estorsione nei confronti di Alfonso Signorini, il giornalista e conduttore del Grande Fratello attualmente indagato. L’ex concorrente del GF lo fa con un lungo video pubblicato su Instagram, nel quale prova a chiarire alcuni punti finiti al centro del dibattito online e mediatico. «Io ho sbagliato a stare vicino a quella situazione, invece di tagliarla subito: questo è il mio errore. Ma restare non significa stare bene, ma soprattutto non significa che tutto ciò che è stato raccontato online sia vero. Io ho avuto questa tendenza a minimizzare la cosa, perché ero completamente manipolato dal mio vecchio manager», dice Medugno, in quello che è un lungo sfogo, spiegando il contesto in cui sarebbero maturate le sue scelte.

«Non sono mai andato a letto con Alfonso Signorini»

Poi il chiarimento più netto, su una delle voci più insistenti circolate in rete: «Su questo voglio essere chiarissimo: non sono mai andato a letto con Alfonso Signorini, né la prima volta, e né dopo… Mai». Una precisazione che, secondo Medugno, non cancella però le responsabilità personali: «Capisco il sospetto, perché intorno a questo contesto ci sono stati tanti messaggi allusivi, e di un rapporto che col senno di poi riconosco sbagliato. Qui mi prendo la mia responsabilità: ho gestito malissimo quella situazione, ho lasciato spazio a quell’ambiguità che non avrei mai dovuto accettare».

«Sono molto stanco»

Nel video il modello napoletano respinge l’idea di voler cercare comprensione o consenso: «Non sto cercando compassione, né sto cercando approvazione, rispondo con calma e con i fatti alle domande che leggo ovunque, perché in questi giorni sono state dette molte cose false sul mio conto. Sinceramente ne sono molto stanco». Medugno spiega anche perché, a suo dire, la denuncia non sia arrivata subito: «Per anni ho provato a seppellirla, quando sei coinvolto in dinamiche di vergogna e paura, spesso non denunci subito. Ti chiudi, ti colpevolizzi, temi di non essere creduto, ma soprattutto temi l’impatto sulla tua vita e sul lavoro. È una cosa documentata: troppe persone ritardano la denuncia su queste vicende».

L’aiuto psicologico e i messaggi ambigui

Un percorso lungo, segnato anche dal supporto psicologico: «Io in quei quattro anni ho fatto terapia ed ho provato ad andare avanti. Ho deciso di tutelarmi legalmente soltanto quando la situazione è diventata pubblica. Ho capito che il silenzio mi avrebbe distrutto, perché in quel periodo non avevo la lucidità che ho oggi». Quanto ai messaggi finiti sotto la lente, Medugno non li nega: «C’erano messaggi? Sì, e con il senno di poi riconosco che erano messaggi ambigui, e che io forse avrei dovuto mettere un confine molto prima. Ma quando sei giovane, quando hai tante pressioni addosso, quando temi di bruciarti opportunità lavorative, non ragioni sempre in modo lucido».

Il ruolo del suo ex manager

Infine, il riferimento diretto al ruolo del suo ex manager: «Io in quel momento, purtroppo, mi sono fidato ciecamente del mio vecchio manager, quindi ho minimizzato ogni cosa, perché mi avevano manipolato facendomi pensare che fosse giusto così». E sulla presunta ricerca di favori: «Non sono andato lì per fare sesso o ottenere favori, ci sono andato pensando di chiarire, di dimostrare che tipo di persona fossi, e che tipo di valori avessi. È stata una scelta ingenua, lo ammetto, ma l’ingenuità non significa né consenso e né colpa, perché quando vivi una dinamica sbilanciata non sempre scappi subito. Spesso minimizzi, razionalizzi, e ti dici di riuscire a gestirla. Che passerà…».

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