I dati sugli stupri degli stranieri

Circolano online tabelle e grafici che non raccontano a pieno la realtà dei fatti, omettendo numerose variabili di un fenomeno orrendo che non fa semplificato troppo

Secondo i dati del Viminale 42 donne su 100 sono state violentate da stranieri? Questo dato viaggia online attraverso i social network per raccontare una«verità» assieme a dei grafici prelevati da Il Tempo, il tutto senza fornire un link diretto alle fonti. Nel 2017 un articolo di Libero intitolava«Immigrazione e stupri, il 40% delle violenze commesse da immigrati (che sono l’8% del totale)» citando i dati Istat, ma anche in quel caso non viene raccontato tutto in maniera completa alla fine di far comprendere il fenomeno e facendo intendere al lettore che gli immigrati«violentano le nostre donne».

I grafici de Il Tempo vennero pubblicati nell’edizione cartacea dell’undici settembre 2018 con il seguente testo:«E proprio nel caso di omicidi e stupri, i numeri offrono ancora un quadro preoccupante. Da gennaio a giugno di quest’anno, su 434 omicidi volontari, 83 sono stati commessi da stranieri (il 19,1%), mentre le violenze sessuali sono il 41,6% di quelle commesse (964 su 2319).».

Condannati o denunciati? Stranieri?

Bisogna prima di tutto fare un distinguo perché la tabella contenente i grafici fa riferimento ai casi di denuncia e non alle sentenze, ed è bene ricordare l’articolo 27 della nostra Costituzione dove «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva».

Non solo. Si considerano le sole denunce, dunque non si ha nemmeno certezza che non siano state archiviate o abbiano avuto seguito con un processo che, come ben sappiamo, potrebbe durare anni. Questo vale per tutti, che siano italiani o stranieri. In merito a questi ultimi citati, igrafici non riportano il dato relativo alla nazionalità: per«straniero» possiamo intendere anche un cittadini dell’Unione europea o un turista americano, ad esempio, associare il presunto reato esclusivamente ai richiedenti asilo risulta di fatto scorretto.

I dati Istat: autori e vittime

Nel periodo relativo alla pubblicazione degli articoli di Libero e Il Tempo, rispettivamente 2017 e 2018, i dati disponibili erano quelli del 2015 pubblicati dall’Istat. Questi ci permettono di comprendere il fenomeno, avendo a disposizione la«tipologia» dell’accusato come ad esempio: partner, ex partner, conoscente o sconosciuti.

Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici (Prospetto 2). Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti)., ign

Come possiamo notare, il fenomeno è molto più complesso di come viene raccontato in maniera superficiale con i soli dati«italiani e stranieri». Come riportato dall’Istat, le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici, mentre i numeri relativi agli sconosciuti è largamente minore. Ciò che non viene ulteriormente riportato dai quotidiani è la «tipologia» della vittima:

Per le donne straniere il rischio di violenza fisica o sessuale nel corso della vita è simile a quello delle italiane (31,3% contro il 31,5%). Tuttavia, la violenza fisica è più frequente fra le prime (25,7% contro il 19,6% per le italiane), mentre la violenza sessuale è più frequente fra le seconde (16,2% delle straniere contro il 21,5% delle italiane) (Prospetto 5). Le forme più gravi, come stuprie tentati stupri, sono invece più diffuse tra le straniere (7,7% e 5,1%). Ciò significa che le italiane subiscono soprattutto violenze sessuali meno gravi, come le molestie, soprattutto da parte di sconosciuti.

Le donne straniere, contrariamente alle italiane, subiscono soprattutto violenze (fisiche o sessuali) da partner o ex partner (20,4% contro 12,9%) e meno da altri uomini (18,2% contro 25,3%). Le donne straniere che hanno subìto violenze da un ex partner sono il 27,9%, ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia.

Queste informazioni ci fanno comprendere che esistono numerose variabili da tenere in considerazione se vogliamo trattare il fenomeno. Una donna, italiana o straniera, può aver denunciato il proprio partner, ex partner, amico, parente, o uno sconosciuto che potrebbe essere a sua volta italiano o straniero.

Chi denuncia e chi no

Non siamo a conoscenza di quel numero di casi non denunciati sia da donne italiane che da donne straniere, dove queste ultime potrebbero non voler fare denuncia perché irregolari. Sempre secondo i dati riportati dall’Istat, risulta che per una donna italiana è più facile denunciare uno stranierocome presunto autore della violenza piuttosto che un italiano:

Un caso particolare è rappresentato dalle donne straniere che sono caratterizzate da un comportamento di richiesta di aiuto maggiore (hanno denunciato le violenze dai partner nel 17,1% dei casi e si rivolgono con più frequenza a centri specializzati, 6,4%), sebbene la consapevolezza della violenza in quanto reato sia la stessa delle italiane (35%). Una chiave interpretativa riguarda la differenza delle reti informali a disposizione delle straniere, che essendo più sole, si trovano a cercare maggiormente supporto presso le istituzioni e i servizi.

Tutti questi comportamenti sono inoltre diversificati a seconda del tipo di violenza subita, più la violenza è grave più essa è considerata un reato e più viene denunciata, fatta eccezione per le violenze sessuali commesse da autori non partner che sono denunciate in misura minore, e dal tipo di autore che l’ha agita. Ad esempio il comportamento di denuncia delle italiane cambia notevolmente se l’autore della violenza è straniero (il 15% degli stupri subiti dalle donne italiane al di fuori della coppia sono commessi da stranieri), basti pensare che la quota di vittime di stupro da un autore straniero che dichiara di aver denunciato è oltre 6 volte più alta rispetto al caso in cui l’autore è italiano. Per il tentato stupro la differenza è ancora più marcata: la quota di donne che denunciano nel caso di un autore straniero è 10 volte più alta rispetto al caso in cui l’autore sia un italiano.

Perché non denunciano? Lo spiega sempre l’Istat:

Le donne non denunciano perché hanno imparato a gestire la situazione da sole (39,6% per le violenze da partner e 39,5% da non partner) o perché il fatto non era grave (rispettivamente 31,6% e 42,4%), ma anche per paura (10,1% e 5,0%), per il timore di non essere credute, la vergogna e l’imbarazzo (7,1% e 7,0%), per sfiducia nelle forze dell’ordine (5,9 e 8,0%) e nel caso della violenza nella coppia perché amavano il partner e non volevano che venisse arrestato (13,8%).

Nell’immagine successiva troviamo una lettera, una richiesta di aiuto di una ragazza bielorussa sequestrata e violentata da una coppia di cui, dall’età di 10 anni, era stata ospite nell’ambito del progetto di accoglienza bambini vittime delle radiazioni di Cernobyl:

Sempre secondo i dati dell’Istat, le donne che hanno subìto più violenze sono le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) (Prospetto 6). Seguono le donne marocchine (21,7%), albanesi (18,8%) e cinesi (16,4%).Gli stupri e i tentanti stupri sono molto più frequenti tra le donne moldave (11,7%).

Il passaporto identifica il potenzialestupratore?

Sempre nel 2017, il servizio Infodata de IlSole24Ore aveva pubblicato un’analisi basata sui detenuti maschi nelle carceri italiane giungendo alla seguente conclusione, riportata direttamente nell’introduzione dell’articolo:

Lo suggeriva il buon senso, lo conferma la statistica: non c’è alcuna relazione tra il passaporto e lo stupro. Detto altrimenti, non c’è una nazionalità, un’etnia, la si chiami come si vuole, per cui la violenza sessuale è più frequente che in altre. In altre parole: chi afferma che l’ondata di violenze sessuali che nelle ultime settimane sembra aver colpito il nostro Paese sia una diretta conseguenza dell’immigrazione, ha torto. Così come chi sostiene che invece la colpa ricada soprattutto sugli italiani.

Entrambi i dati prelevati dalDipartimento dell’amministrazione penitenziaria e dall’Istat. Sono stati considerati due dati:i detenuti maschi nelle carceri italiane, suddivisi per nazione di origine, per reati legati agli articoli 609 bis, ter e octies del codice penale, e la popolazione maschile residente al 1 gennaio 2017, anche in questo caso suddivisa per nazionalità di origine.Come riporta lo stesso IlSole24Ore, non è facile leggere certi dati per chi non ha nozioni di statistica e spesso prevalgono le opinioni, tuttavia si è cercato di spiegare il tutto in maniera più semplice possibile:

Per provare a rendere il tutto più intuitivo, Infodata ha provato a rappresentare questi numeri in una mappa. Sulla quale viene rappresentata la percentuale di residenti in Italia in carcere per stupro secondo la nazionalità di origine. I colori più freddi indicano una percentuale più bassa, quelli più caldi un’incidenza più alta. Il filtro “Status” ha la stessa funzione del grafico precedente.

La situazione peggiore riguarda la Mongolia. Il 2,128% dei residenti in Italia è in carcere per stupro. Ma stiamo parlando di una persona su un totale di 47 immigrati dal Paese di Gengis Khan. La mappa suggerisce anche che dovremmo guardarci dagli americani, che stuprano ad un tasso sei volte superiore agli italiani: lo 0,063% dei cittadini Usa che vivono in Italia è detenuto per violenza sessuale, contro lo 0,007% degli italiani. Ha senso dirlo? Il grafico ci spiega che no, non ne ha.

Ecco il graficoriportata da IlSole24Ore:

La violenza sessuale è di fatto reato, indifendibile e ingiustificabile, ma limitarsi alle percentuali sulla nazionalità del presunto o dell’accertato stupratore in difesa della «donna italiana» è propaganda.

Il giustizialismo feroce è un’arma a doppio taglio. E ora lo scopre anche CasaPound.

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