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Trenta e Salvini hanno litigato per il cappello degli Alpini

13 Maggio 2019 - 13:48 Fabio Giuffrida
«Salvini indossa il capello degli alpini? Io sono un militare, lui no», questa la risposta piccata della Ministra Trenta che si scontra ancora una volta con il vicepremier leghista

«Si faccia prestare il cappello» dice qualcuno alla Ministra della Difesa Elisabetta Trenta in occasione dell’ultima giornata dell’adunata nazionale degli Alpini a Milano (che ha fatto riversare per le strade del capoluogo lombardo circa 500mila persone). «Lo mettono solo gli Alpini» è la risposta della Ministra che, quando le viene fatto notare che il giorno prima il vicepremier leghista aveva indossato il cappello con la penna nera, ribatte: «Salvini non è un militare, io sì».

Non è la prima volta che i due Ministri si scontrano a distanza. Basti pensare al tweet pubblicato dal profilo ufficiale del Ministero della Difesa, e poi rimosso, relativo a un «presunto salvataggio di pescherecci italiani da parte della Marina, presi di mira da alcune imbarcazioni libiche». Notizia che si rivelò falsa e che spinse il dicastero a correggere subito, ma che scatenò una dura reazione del Viminale: «Anziché chiedere alla ‘sua’ Marina Militare, il Ministro Trenta si basa sulle agenzie di stampa e poi è costretta a rettificare. Non è informata e non approfondisce: preferisce polemizzare col Ministro Salvini e a criticare servitori dello Stato come il generale Riccò. Il Ministro della Difesa faccia il Ministro della Difesa. Le forze armate italiane meritano molto di più».

E poi l’altro precedente. «Basta tirare i militari per la giacca per mostrare i muscoli. Basta spot elettorali», questo il messaggio della Ministra della Difesa in merito alla direttiva voluta fortemente da Matteo Salvini – e indirizzata a Marina, Guardia Costiera e Guardia di Finanza – che prevedeva la chiusura dei porti alle navi che soccorrono i migranti in mare impedendo di fatto alle imbarcazioni delle Ong di entrare in acque internazionali. «Non ce l’ho con Salvini, mi interessa lavorare serenamente ma, quando lo spot prevale sui contenuti, si creano questi vulnus procedurali», aveva precisato Trenta provando a smorzare i toni.

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