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Aspettando le Europee / I partiti in testa in ogni Paese

20 Maggio 2019 - 22:01 Emma Bubola
Il partito polacco a tendenze omofobe di Kaczyński, Macron in testa anche se indebolito, Sánchez che spera di trionfare ancora. Chi sono i favoriti nei principali Stati europei? 

In Italia, il 26 maggio si voterà per attribuire i 76 seggi che spettano all’Italia nel Parlamento europeo. Il numero di eurodeputati è calcolato proporzionalmente in base alla popolazione, ma per ogni Paese non possono esserci meno di 6 e più di 96 eurodeputati.

Gli Stati che hanno diritto a un maggior numero di deputati, a parte l’Italia, sono la Germania (96), la Francia (79), l’Inghilterra (73), la Spagna (54) e la Polonia (52). Più di 370 milioni di europei saranno chiamati alle urne per scegliere chi occuperà i 751 seggi di Strasburgo. Questi seggi sono organizzati in gruppi transnazionali che riflettono l’affiliazione politica dei parlamentari.

Le formazioni sono attualmente otto, ma non è da escludere che questa conformazione subisca delle modifiche perché, dal 2014 a oggi, la situazione politica europea è cambiata profondamente. L’ascesa dei partiti sovranisti, che fino a ora sedevano per lo più in gruppi minoritari in Parlamento, potrebbe pesare in modo determinante sugli equilibri politici europei.

Per capire chi sono i favoriti in ogni Paese, l’unità di monitoraggio dell’opinione pubblica del Parlamento, in collaborazione con Kantar Public, ha incrociato i principali sondaggi effettuati in ogni Stato Membro per determinare una possibile assegnazione dei seggi in Parlamento.

Per l’Italia sono state incrociate le rilevazioni di SWG, EMG Aqua, Termometro Politico, Tecnè srl, Ipsos, Istituto Piepoli e Euromedia Research. In Italia la nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi ha mescolato le carte a destra, la sinistra combatte tra tentativi di unione e inevitabili frammentazioni. Gli ultimi sondaggi mostrano una Lega stabile, un M5s in ascesa e un Pd in calo.

Sembra che la Lega sia destinata a diventare la prima delegazione italiana con 26 seggi (ne aveva 6 alle ultime europee) e la seconda dell’intero Parlamento europeo, dopo la Cdu-Csu tedesca (che è stimata a 30 seggi).

Mentre il Pd passa da 17 a 16 seggi, il M5S ha acquisito un seggio dall’ultimo sondaggio, passando da 17 a 18.

Dai dati risulta chiaramente una drastica inversione di tendenza a febbraio 2018, quando il Pd ha perso 10 punti percentuali e la Lega ne ha acquisiti 20. Secondo i sondaggi, a Forza Italia verranno assegnati 8 seggi, 4 andranno a Fratelli d’Italia.

Entrambi questi partiti sono già presenti a Strasburgo mentre + Europa rischia di rimanere di nuovo fuori dai giochi. Gli italiani resterebbero così ancora assenti dai Verdi europei/Alleanza libera europea e dal gruppo dell’alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde).

Francia

ANSA / Il presidente francese Emmanuel Macron

In Francia ci troviamo di fronte a un testa a testa tra il partito del presidente Emmanuel Macron e quello di Marine le Pen. La République en Marche sembra che si aggiudicherà 22 seggi, mentre il Ressemblement National, il partito sovranista di estrema destra, pare ne conquisterà 20. In forte calo nell’estate 2018 la popolarità di Macron, considerato da molti il «presidente dei ricchi», ha subito un altro duro colpo nel gennaio 2019, in seguito alle contestazioni dei Gilet gialli.

Ora però, a causa dei disordini causati dai manifestanti e grazie anche al «grande dibattito nazionale» intavolato da Macron – una delegazione incaricata di «ascoltare le rivendicazioni popolari» – il presidente ha riconquistato quasi tutti i punti persi lo scorso inverno. Al terzo posto vengono, con 13 seggi, i Repubblicani, formazione di centro-destra, e al quarto, con 7 seggi, la France Insoumise, il partito populista di sinistra radicale di Jean-Luc Mélanchon.

Germania

ANSA / Annegret Kramp-Karrenbauer, Presidente dell’Unione Cristiano-Democratica tedesco, in compagnia di suo marito Helmut Karrenbauer

In Germania le elezioni sono considerate un test per Angela Merkel, per sondare se la sua coalizione reggerà fino alle elezioni del 2021 o se collasserà prima. A quanto mostrano i sondaggi, il suo partito di centrodestra che unisce l’Unione cristiana democratica e l’Unione sociale cristiana otterrà il 31% dei voti e 30 seggi. Per la prima volta in quasi 20 anni, Merkel è rimasta assente dalla campagna, pressoché invisibile su poster e social network. Queste elezioni saranno il primo grande test per Annegret Kramp-Karrenbauer che le succederà alla guida della Cdu.

Seguono i Verdi al 18% e i socialdemocratici del Spd, guidati da Martin Schulz, al 17,3%. Per quest’ultimo il voto sarà determinante per decidere se restare o meno nella coalizione di governo. La scelta di partecipare aveva garantito al partito il potere esecutivo di cui non avrebbe goduto all’opposizione ma ha pregiudicato la sua popolarità. Il partito di estrema destra Afd, Alternativa per la Germania, si aggiudicherà secondo i sondaggi 11 seggi. Il suo candidato di punta, Jörg Meuthen, è però più conosciuto tra i tedeschi di Manfred Weber della Csu-Cdu, che mira alla presidenza dell’Europarlamento.

Spagna

ANSA / Il Presidente del Governo della Spagna Pedro Sánchez

A poca distanza dalle elezioni che hanno incoronato nuovamente il socialista Pedro Sánchez e visto il partito Popolare penalizzato di fronte all’ascesa dei sovranisti di Vox, gli spagnoli sono di nuovo chiamati alle urne. Alle scorse elezioni, Sánchez non è riuscito a raccogliere abbastanza voti da formare da solo (o con alleati possibili) una maggioranza. Questo voto ravvicinato potrebbe inserirsi nell’euforia post-elettorale di quella che è stata celebrata dai giornali stranieri come la primavera del centro-sinistra europeo.

Il partito socialista è dato al 29,5% con 18 seggi in Parlamento. Il partito Popolare al 21% con 13 seggi, segue il partito di sinistra radicale Podemos, e il liberale Ciudadanos, rispettivamente con 8 e 7 seggi a testa.

Sembra che Vox, il partito nostalgico del franchismo che minaccia di chiudere tutte le associazioni femministe, farà per la prima volta il suo ingresso a Strasburgo. Dopo essersi aggiudicato 24 seggi al Parlamento spagnolo sembra che potrà occuparne 6 a Strasburgo grazie al suo probabile 9% di consensi.

Regno Unito

ANSA / Il leader del Brexit Party, Nigel Farage

Da quando è diventato evidente che gli inglesi si sarebbero ritrovati a votare per le elezioni europee – nonostante abbiano deciso di lasciare l’Unione – la campagna elettorale è diventata una specie di scimmiottatura di quella del referendum sulla Brexit. Dal partito di Theresa May ci si aspetta un netto calo in termini di voti, con i conservatori al 16%, dieci punti percentuali dietro i laburisti. La difficoltà dei Tories nel trovare un accordo per Brexit ha deluso addirittura alcuni attivisti del partito che hanno dichiarato che voteranno per l’opposizione. Nemmeno il partito guidato da Jeremy Corbyn ha però numeri sufficienti per essere definito un promettente partito di governo.

La campagna dei laburisti ha infatti cercato di compiacere sia l’elettorato a favore che quello contro il «leave», promettendo un secondo referendum solo come opzione di default. Il rischio è quello di inimicarsi entrambe le parti. In questo scenario, a trarre beneficio è il partito di Brexit di Nigel Farage che si è sostituito al partito indipendentista Ukip, nell’essere quello che grida più forte al tradimento del referendum inglese. Il nuovo partito è già seguito da una grande varietà di persone: businessmen, ex-comunisti, esponenti di estrema destra. Secondo i sondaggi, si aggiudicherà 10 seggi in Parlamento.

Polonia

ANSA /
Il presidente del partito polacco Diritto e Giustizia Jaroslaw Kaczynski

Il voto di fine maggio rappresenta un test per la popolarità del partito nazionalista Legge e Giustizia (Pis) prima delle elezioni generali di novembre. Il Pis si è fatto notare recentemente per le dichiarazioni omofobe del suo leader, Jaroslaw Kaczynski, che ha dichiarato: «Dobbiamo difendere la famiglia polacca. Dobbiamo difenderla furiosamente perché [l’omosessualità] è una minaccia alla civilizzazione, non solo per la Polonia ma per l’Europa intera, per l’intera civilizzazione basata sulla cristianità». Elzbieta Kruk, candidata del partito «Diritto e Giustizia» alle elezioni europee, ha inoltre affermato: «Penso che la Polonia sarà una regione libera dagli Lgbt. Spero che lo sarà».

I sondaggi danno il Pis al 40%, un numero di voti che garantirebbe al partito 23 seggi a Strasburgo. La coalizione di partiti di opposizione pro-europeisti si tiene però a poca distanza: al 36%. Queste elezioni saranno determinanti per definire la posizione della Polonia non solo all’interno del gruppo di Visegrad – l’alleanza sovranista tra Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia – ma anche in generale in Europa. Una volta il Paese era un membro fondamentale dell’Ue, ma è stato marginalizzato da quando il Pis, partito spiccatamente euroscettico, ha preso il potere.

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