Csm, l’altro deputato Pd agli incontri, Ferri, accusa: «Intercettazioni illegali». “Ascoltato” anche Davigo?

L’ex magistrato, oggi deputato Pd, si difende dalle accuse emerse nelle intercettazioni delle riunioni riservate in hotel con Palamara e Lotti

Cosimo Ferri, ex leader di una delle correnti sindacali dei magistrati, ora parlamentare Pd, era l’altro politico, insieme a Luca Lotti, presente agli incontri con Palamara e i membri del Csm. Intervistato da Marco Lillo per il Fatto Quotidiano contesta duramente le intercettazioni che hanno fatto nascere lo scandalo. Lillo gli domanda: «Lei sostiene che la registrazione della riunione del 9 maggio tra i consiglieri del Csm e Palamara non sarebbe un’intercettazione valida perché era chiaro da prima che, intercettando la riunione, si sarebbe ascoltato almeno un parlamentare?». Risponde Ferri: «Su questo occorrerà fare chiarezza anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 390 del 2007, che sottolinea le prerogative dei membri della Camera e del Senato, ai sensi dell’art. 68 della Costituzione.


Ci vuole la necessaria preventiva autorizzazione all’intercettazione tutte le volte in cui il parlamentare sia individuato in anticipo quale destinatario dell’attività di captazione». Al che Lillo chiede: «E in questo caso lei dice che la Guardia di Finanza avrebbe dovuto spengere il registratore perché era chiaro che almeno lei avrebbe partecipato alla riunione, giusto?». Ferri chiarisce: «Può sembrare un tecnicismo ma visto che in questi giorni, con troppa leggerezza rispetto ai fatti, si evocano violazioni delle regole e dei principi costituzionali, credo che su questo punto tali violazioni siano palesi e che per molto meno ho visto in passato intervenire la magistratura e gli organi preposti».


Secondo quanto scrive su La Verità Giacomo Amadori ci sarebbero anche delle intercettazioni riguardanti una conversazione in auto tra Palamara e Piercamillo Davigo, l’ex Pm di Mani Pulite oggi leader della corrente Autonomia e Indipendenza, i cui voti sono stati decisivi per far prevalere nel Csm l’indicazione del pg di Firenze, Viola, come candidato alla guida della procura di Roma. Proprio su Davigo è lapidario Cosimo Ferri in un passaggio delle trascrizioni sulla famosa riunione notturna riguardante il risiko delle Procure: «Più che Ermini il nostro alleato è Davigo».

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