Caso Cucchi, un altro passo verso la verità. La sorella: «Non è morto per epilessia» – L’intervista

Ieri sono stati ascoltati i periti che nel 2016 avevano avanzato l’ipotesi della morte per epilessia. Ilaria Cucchi: «La verità è uscita oggi perché allora le conclusioni medico-legali furono scritte dai Carabinieri»

Stefano Cucchi non è morto per epilessia. E senza quella frattura alla vertebra, frutto del presunto pestaggio raccontato dal carabiniere Francesco Tedesco dopo anni di silenzio, non sarebbe morto.


L’udienza di ieri, 13 giugno, del processo Cucchi bis segna un altro passo in avanti rispetto al passato: a deporre c’erano i periti che nel 2016 avanzarono l’ipotesi che l’epilessia potesse essere stata la prima causa della morte del geometra romano (con una probabilità compresa tra il 40 e il 60%), chiamati a chiarire i contenuti di quel documento.


Ieri, dice l’avvocato della famiglia Cucchi, i periti sono tornati sui propri passi, sottolineando – pur fra molte cautele – che quel pestaggio raccontato da Tedesco possa essere stata se non l’unica, la principale causa della morte del ragazzo, avvenuta nel 2009 a Roma.

Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, e l’avvocato della famiglia, Fabio Anselmo, hanno raccontato a Open che cosa pensano di quest’ultima udienza e quali passi in avanti sono stati fatti.

Quali sono le vostre impressioni dopo le nuove testimonianze dei periti?

Ilaria Cucchi: «Siamo molto soddisfatti, molto contenti».

Che cosa hanno detto i professori in merito alla perizia?

Avv. Anselmo: «I professori hanno fatto completamente marcia indietro sull’epilessia e a domanda diretta da parte del giudice popolare che chiedeva se senza la frattura della vertebra S4 Stefano Cucchi sarebbe morto, il professor Introna ha risposto: “No”. Questo è tutto il processo. È molto importante, è la prima volta in cui ci si è impadroniti dei temi medico-legali».

Ilaria Cucchi: «Il presidente della corte ha chiesto ai periti dell’incidente probatorio di tenere conto di tutto di quello che è successo e che è emerso in questo processo, dicendo che ormai non si può più far finta di nulla. E i periti hanno confermato che se Stefano non fosse stato ricoverato a seguito delle botte non sarebbe morto. Questa è la verità del processo che è emersa. Noi siamo molto soddisfatti».

«E se è uscita oggi – dopo 10 anni – è perché dieci anni fa i carabinieri, adesso imputati per un ulteriore processo per depistaggio, avevano scritto a tavolino quelle che sarebbero state le conclusioni medico-legali prima dei consulenti della Procura di allora e successivamente sposate anche dai consulenti del giudice della Corte d’Assise nel vecchio processo».

Quindi le conclusioni-medico legali erano state già stabilite a priori?

Ilaria Cucchi: «Sì».

I periti hanno quindi contraddetto se stessi?

Ilaria Cucchi: «No, i periti hanno confermato quello che già dicevano peraltro nell’incidente probatorio. L’ipotesi epilessia è completamente naufragata».

Ma allora non dissero che la causa della morte di Stefano era stata l’epilessia?

Ilaria Cucchi: «Allora loro lo scrissero nella perizia però poi, sentiti dal Giudice in aula, negarono la prevalenza dell’ipotesi del morte per epilessia».

In sostanza si è trattata di una marcia indietro sostanziale dei periti?

Avv. Anselmo: «La questione è complessa, ma si può riassumere così: se si legge l’esame dell’incidente probatorio, quello che i periti dichiararono a verbale, lì dissero alcune cose che non avevano scritto in perizia. Quello che è emerso oggi è questo: il presidente ha detto “Noi vi abbiamo riconvocato alla luce di tutto quello che è emerso in questo processo, di tutto quello che è emerso rispetto al quale non possiamo far finta di niente. Voi confermate la morte per epilessia?”».

«E alla fine hanno detto di “No”. “Se Stefano Cucchi non avesse avuto la lesione al sacro sarebbe morto?” La risposta è stata ancora “No”. Hanno parlato della vescica neurologica, della frattura di S4 e di N3. Il professor Andreola, il Professor d’Angelo e il professor Introna hanno chiaramente detto che se Stefano Cucchi non fosse stato – queste sono le parole a verbale – ricoverato all’ospedale Pertini, a seguito di un violento pestaggio, non sarebbe morto».

Qualcosa di molto diverso in sostanza dalla perizia scritta…

Avv. Anselmo: «Hanno riletto le posizioni precedenti, ma hanno anche voluto puntualizzare. Quando gli è stato chiesto: “Ma voi avete scritto che non c’è nessuno causale e concausale tra le lesioni e il decesso?” il professor Introna ha detto, ripeto: “Devo riconoscere che io non sono un giurista. Quello che posso dire è che se Stefano Cucchi non fosse stato ricoverato al Pertini a seguito del pestaggio non sarebbe morto”».

Quindi in pratica il professor Introna ha detto che non spetta a lui stabilire le responsabilità giuridiche o la causalità?

Avv. Anselmo: «Esatto. Ma ha detto anche ciò che poi abbiamo sempre sostenuto noi. Se Stefano Cucchi non fosse stato ricoverato a seguito delle fratture riportate nella colluttazione non sarebbe morto: oggi i periti lo dicono chiaramente».

«È bene dire che i temi medico legali sono temi complessi, ma alla fine però bastava guardare in faccia i medici legali e gli avvocati degli imputati per capire chi aveva vinto e chi aveva perso. Noi siamo molto soddisfatti e credo lo sia anche la procura di Roma».

«Oggi, lo voglio dire chiaramente, per la prima volta abbiamo preso atto che i giudici hanno studiato e capito finalmente gli aspetti medico-legali della vicenda Cucchi. E non dico la prima volta per questa Corte, dico la prima volta rispetto a tutti i dieci anni».

Cosa hanno fatto di diverso questa volta i giudici?

Avv. Anselmo: «Il presidente e il giudice a latere hanno posto domande mirate dimostrando di aver capito perfettamente quello che è successo. E i periti (il prof. Introna più volte) hanno detto: “No, mi sono sbagliato”. Quando gli è stato chiesto se Stefano fosse morto per epilessia con una probabilità del 40/60% e del globo vescicale, Introna ha ammesso candidamente che non si ricordava di averlo detto, ma che erano state sette ore di udienza e di aver detto una cosa inesatta. Sono sue parole. Quindi marcia indietro totale».

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