Così Ungaretti spiegava la sua poesia che oggi è traccia della maturità

«Il Porto Sepolto», scritto nel 1916, è stato scelto per la prima prova di italiano

“Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde


Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto”.


Sono queste poche righe di Giuseppe Ungaretti, contenute nella poesia Il Porto sepolto, una delle tracce su cui si stanno confrontando gli studenti italiani impegnati all’esame di maturità.

Il riferimento è al porto di Alessandria d’Egitto, città natale del poeta. La storia racconta che da ragazzo Ungaretti conobbe alcuni ingegneri francesi che gli parlarono di un porto sepolto proprio nella città che prese il nome da Alessandro Magno.

Il Porto sepolto è presente nella raccolta Allegria, una raccolta sull’esperienza di Ungaretti in trincea durante la prima guerra mondiale e sulla drammaticità del conflitto.

«Una parte di Allegria l’ho scritta in trincea, l’ho scritta in quei pezzetti di carta che mi capitava di avere. Sull’involucro di pallottole, di cartone su delle cartoline. E così nel pericolo tra un tiro e l’altro», spiega Ungaretti.

«Quando io mi sono trovato di fronte alla guerra io mi sono trovato anche di fronte a un linguaggio che dovevo per forza di cose rinnovare, rendere essenziale, perché non avevo il tempo di usare un linguaggio complesso – chiarisce Ungaretti – avevo bisogno di un linguaggio essenziale a un punto estremo, dando al vocabolo un valore enorme e questo per necessità di circostanze».

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