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Preghiera di riparazione per il gay pride? No, grazie: le suore allontanano Forza Nuova e soci dal sagrato

06 Luglio 2019 - 16:54 Angela Gennaro
Succede a Monza. Colpa della strumentalizzazione, dicono gli organizzatori, invitati da una suora ad abbandonare il sagrato del convento

Una preghiera di riparazione contro il Gay Pride sul sagrato del monastero. E una suora che non ci sta, esce e invita i partecipanti ad allontanarsi. Accade a Monza, dove è in programma il primo Brianza Pride, manifestazione dell’orgoglio LGBTQI+.

Ieri sera, 5 luglio, intorno alle 19, il Comitato Teodolinda – nato da poco proprio per opporsi al Gay Pride – organizza una “preghiera di riparazione” – come già successo con scarsa partecipazione in altre città, Roma inclusa (a Genova, la Curia stessa ha detto no) – sul sagrato del Monastero Suore Sacramentine Santa Maria Maddalena a Monza, contro lo «scandalo manifesto del Brianza Pride». Una manifestazione cui partecipano anche, tra gli altri, Forza Nuova e altre associazioni ultra-cattoliche.

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Ma qualcosa non va secondo i piani. All’improvviso si apre il portone. Esce una suora e, racconta il giornalista della Nuova Brescia Marco Pirola, «con cipiglio deciso allontana gli astanti dal sagrato. Alla combriccola non rimane che spostare striscioni e preghiere poco più in là. Nemmeno le suore li ascoltano».

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Dall’ordine delle suore Sacramentine di Bergamo nessuna risposta. E dal convento di Monza non rilasciano dichiarazioni. «La Madre Superiora dice che non c’è niente da dire», risponde la sorella al telefono.

«Strumentalizzazioni» e numeri

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Tutta colpa della strumentalizzazione, dicono dal Comitato. «Purtroppo ci sono persone che hanno ricamato su ipotetiche strumentalizzazioni, e così probabilmente è stato percepito anche da chi ci ha invitato ad uscire dal Sagrato», scrivono su Facebook. «Come potete vedere nessuno slogan e nessun simbolo di partito è stato esposto, se non ci credete potete chiederlo anche a quelle ragazze che sono state tutto il tempo davanti a noi con la loro protesta oppure al ragazzo che fugacemente ci ha lasciato un messaggio».

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Il Comitato Teodolinda, insieme alle Famiglie Numerose Cattoliche, a Forza Nuova, Militia Christi, la lista civica Io cambio, Movimento nazionale per la sovranità e altre associazioni ultracattoliche, aveva inviato il 2 luglio scorso una comunicazione al questore di Monza e Brianza per chiedere «azioni a difesa dei cittadini di Monza e della Brianza» in risposta al Brianza Pride (che non ha il patrocinio del Comune).

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«Considerato che questo genere di manifestazioni dà luogo ad atteggiamenti volutamente provocatori nei confronti della sensibilità religiosa, del decoro e della moralità pubblica e che non risparmia il coinvolgimento dei minori, abbiamo deciso di difendere la storia, i principi e la fede del nostro territorio», scrivono nella lettera al questore. «Il mese di giugno, tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù, è diventato il mese dell’orgoglio omosessuale e le parate gay hanno percorso già diverse città italiane».

E con numeri importanti. «È un anno in cui ci sono episodi come questi, di messe di riparazione e rosari, in tutta Italia», dice a Open Luca Paladini dei Sentinelli di Milano. «Con una partecipazione che, confrontata ai numeri del Pride, fa emergere in maniera netta qual è la situazione. La mobilitazione del Pride coinvolge non solo la comunità, ma tutti. Mentre queste manifestazioni di intolleranza hanno numeri risibili, patetici e sono destinate a sparire». Insomma: antistoriche, dice Paladini: «Mi stanno mandando le prime foto da Monza e mi dicono che al Pride ci sono oggi più di 3mila persone. Ed è il primo in Brianza. Sempre più persone credono all’allargamento dei diritti per tutte e tutti e per tutte le famiglie».

In copertina Comitato Teodolinda/Facebook

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