«La terapia di conversione dei gay funziona». Polemica sul ministro israeliano

Rafi Peretz, responsabile dell’Istruzione, aveva già suscitato polemiche per aver affermato che i matrimoni misti tra ebrei sono «come un secondo Olocausto»

Il ministro israeliano dell’Istruzione, Rafi Peretz, ha scatenato nuove polemiche dopo aver dichiarato che «la terapia di conversione degli omosessuali può avere risultati efficaci». L’esponente di governo ha inoltre confessato – in un’intervista su Channel 12 News – di aver provato il metodo in passato.


«Posso dirvi che ho una conoscenza molto approfondita della formazione e l’ho fatto», ha spiegato Peretz. Per il ministro della pubblica Istruzione, ex rabbino dell’esercito israeliano, praticare questo tipo di terapia è «possibile» e, come ha precisato, lui lo ha fatto in passato con gli studenti.


Le sue affermazioni hanno scatenato un’ondata di polemiche. Peretz «non merita di essere responsabile del futuro dei nostri figli», ha tuonato il nuovo leader della formazione pacifista Meretz, Nitzan Horowitz, il primo politico dichiaratamente gay che è a capo di un partito politico israeliano, e ha invitato Netanyahu a rimuovere il ministro per i suoi commenti.

«La terapia di conversione è una cosa pericolosa che porta i giovani a situazioni difficili, al punto di (avere) pensieri suicidi», ha spiegato Horowitz. Anche l’organizzazione che riunisce i vari filoni dell’Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) di Israele, l’Aguda, ha condannato le dichiarazioni di Peretz: «I bambini israeliani non dovrebbero essere esposti al veleno omofobico emanato da qualcuno che afferma di dedicarsi all’educazione e ai valori».

Nei giorni scorsi Peretz aveva scatenato altre polemiche dichiarato che i matrimoni misti tra ebrei e non ebrei, soprattutto negli Stati Uniti, sono «come un secondo Olocausto».

di Brahim Maarad

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