L’Iran si sfila dall’accordo sul nucleare: aumenterà l’arricchimento dell’uranio

di OPEN

«Solo parole, una messinscena». Così, parlando con l’ANSA, Assadollah Gharenkhani, portavoce della commissione Energia del Parlamento iraniano, ha definito gli impegni di Francia, Gran Bretagna e Germania per cercare di salvare l’accordo sul nucleare

Le minacce sono diventate realtà: l’Iran si svincolerà progressivamente dall’accordo sul nucleare firmato nel 2015, passando da un livello di arricchimento dell’uranio del 3,67% a uno del 5%. Teheran aveva dato 60 giorni all’Unione europea per esporsi e confermare le garanzie richieste dagli accordi rinnegate dagli Stati Uniti di Donald Trump.


Ora che l’ultimatum per opporsi alle sanzioni americane è scaduto, il presidente Hassan Rouhani non fa passi indietro. E la crisi Usa-Iran sembra destinata ancora a inasprirsi: entro 60 giorni verranno oltrepassati «ulteriori obblighi previsti nell’accordo nucleare» a meno che non si trovi una «soluzione» con gli altri Paesi firmatari dell’intesa sottoscritta nel 2015.


Ad annunciare le intenzioni governative è stato il portavoce del Governo, Ali Rabiei, in una conferenza stampa con il viceministro degli Esteri Abbas Araghchi e con il portavoce dell’Organizzazione dell’energia atomica iraniana (AEOI), Behrouz Kamalvandi.

La replica di Netanyahu: «L’Europa ripristini le sanzioni all’Iran»

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è tornato a chiedere all’Europa il «ripristino delle sanzioni» all’Iran dopo l’annuncio di Teheran sul superamento delle quote di uranio arricchito.

Un superamento che – ha aggiunto il premier – ha solo uno scopo: «La produzione di bombe atomiche». Netanyahu ha poi sottolineato che l’arricchimento dell’uranio a tali livelli «è una mossa molto, molto, pericolosa».

Le accuse dell’Iran all’Ue

«Nell’ultimo anno abbiamo dato abbastanza tempo alla diplomazia e ora non stiamo violando l’accordo ma perseguendo i nostri diritti basati sull’accordo», ha dichiarato il ministro Araghchi. «Dobbiamo presentare una denuncia contro gli Stati Uniti e l’Ue per averlo violato. Aumentiamo l’arricchimento per fornire il combustibile per la nostra centrale nucleare e al momento non abbiamo bisogno di carburante per il reattore di Teheran».

Il portavoce della commissione Energia del Parlamento iraniano, Assadollah Gharenkhani, ha definito invece «una messinscena» gli impegni di Francia, Gran Bretagna e Germania per cercare di salvare l’accordo sul nucleare del 2015. «Da loro solo parole», ha detto Gharenkhani all’agenzia Ansa. «Per un anno gli europei hanno fatto una messinscena sulla costituzione dell’Instex», ha aggiunto il portavoce facendo riferimento al sistema escogitato dall’Ue per aggirare le sanzioni americane.

«Ma è evidente che l’Instex non garantirà gli interessi iraniani. Prima gli europei devono adottare misure per permetterci di esportare il nostro petrolio, o possono attivare una linea di credito di 30-40 miliardi di dollari per l’Iran», ha concluso Gharenkhani.

La decisione di sfilarsi dall’accordo

La decisione di sfilarsi dall’accordo era stata anticipata il primo luglio, quando il ministro degli esteri Mohammad Javad Zarif aveva annunciato che l’Iran aveva superato il limite di 300 chili di riserve di uranio arricchito – cifra, anche questa, stabilita dall’accordo. Qualche giorno prima, Trump aveva ancora fatto leva sulle nuove sanzioni, dicendo che il costo di avere un arsenale nucleare per l’Iran sarebbe stato vivere «in un’economia a pezzi per tanto tempo a venire».

Quello che nel 2015 per Barack Obama era stato un «successo diplomatico», per Trump è «il peggior accordo della storia», che già in campagna elettorale aveva promesso di annullare. Dopo che il presidente statunitense aveva deciso di sanzionare direttamente la Guida suprema dell’Iran, Rouhani aveva affermato in diretta Tv che «alla Casa Bianca sono affetti da ritardo mentale».

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