Di Maio alla Lega: «Stop al rinvio delle tutele sindacali militari»

Fonti M5S: «Forze polizia usate per campagna elettorale: le misure potevano andare in consiglio dei ministri»

Sulle tutele sindacali alle forze dell’ordine il vicepremier Luigi Di Maio rilancia, provando a intestare al M5S la lotta per la tutela delle forze armate. La Corte Costituzionale «ha riconosciuto per le forze armate il diritto alla tutela sindacale», dice Di Maio.


In base a quella sentenza, in commissione alla Camera – già da troppo tempo – si sta discutendo una proposta di legge a firma 5 stelle che garantisce tutele minime ai corpi militari, inclusi Carabinieri e Guardia di Finanza», dice il capo politico grillino.


«Ma l’iter si è fermato perché in commissione siamo rimasti soli», lancia la stoccata Di Maio. «Tutti i partiti ci hanno affossato. Per me questo tema non è più rinviabile. È la corte costituzionale che lo riconosce. Lo dico alla Lega: è il momento di accelerare su questa proposta. Teniamo alle forze dell’ordine e credo in loro».

Pace fatta (per ora) sugli emendamenti

Sul decreto sicurezza bis il vicepremier Matteo Salvini ha alzato in queste ore la voce, minacciando ripercussioni per il governo. La strategia ha funzionato: in mattinata era arrivato un emendamento a firma dei deputati del M5S e della Lega sugli straordinari dei Vigili del fuoco.

La proposta di modifica al decreto sicurezza bis sigla un’intesa nella maggioranza su uno degli emendamenti che erano stati dichiarati inammissibili, scatenando le ire leghiste. Le ore annue di straordinario vengono elevate dal 2019 a 340mila. L’aumento del monte ore ha un costo di 1,91 milioni.

Fonti M5S però in giornata rilanciano: «Deve essere chiara una cosa: il ministro Salvini poteva inserire le misure già nel decreto e farle approvare direttamente in cdm evitando così l’eventuale ammissibilità tecnica della Camera, ma non l’ha fatto, salvo oggi poi alzare uno scontro istituzionale per finire sui giornali. È un metodo che non ci appartiene».

Tra l’altro, è il ragionamento, «le citate misure erano inizialmente previste da una prima bozza del decreto sicurezza bis e poi tolte dal Viminale stesso. Nelle riunioni a seguire non è mai stata portata all’attenzione del governo l’urgenza di queste misure.

In nessuna riunione il Viminale ne ha parlato. Ergo: da quel che vediamo le forze di polizia oggi sono state usate per pura campagna elettorale e a pretesto per minacciare la caduta dell’esecutIvo. Non fa onore a una istituzione che invece le forze di polizia dovrebbe difenderle sempre».

La tensione nella maggioranza

A dare man forte era arrivato anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. «Basta attacchi alle Camere: gli emendamenti al decreto Sicurezza, firmati anche dal M5S, vengono vagliati come da prassi e alcuni sono già stati rimessi», twitta Fraccaro. «Salvini lo sa, lavori alla riformulazione dei testi invece di fare la vittima. Noi siamo al fianco delle forze dell’ordine».

Lo scontro Salvini-Fico

Il presidente della Camera Roberto Fico ha quindi riammesso gli emendamenti sulla polizia al decreto sicurezza, inizialmente dichiarati inammissibili. Ieri lo scontro con il leader leghista: Roberto Fico ha risposto alle accuse di Matteo Salvini, secondo cui il presidente della Camera avrebbe bloccato otto emendamenti al dl Sicurezza bis in discussione venerdì 12 luglio che riguardano il pacchetto polizia.

Salvini aveva detto a muso duro a Fico di farli approvare col voto dell’aula. «Dice il falso e fa propaganda, o semplicemente ignora come funziona la Camera», aveva replicato Fico. La Lega aveva anche chiesto la sospensione dei lavori in Commissione: «C’è un problema politico da risolvere», spiegava attraverso il suo ufficio stampa.

Il commento del sindacato

«Prendiamo atto delle dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio circa la volontà incontrare sindacati di polizia per far conoscere la reale situazione in merito alla volontà della maggioranza politica che sostiene il governo per dare finalmente risposte concrete alle donne e agli uomini in uniforme», dice Felice Romano, Segretario Generale del Siulp, il sindacato della Polizia.

«Abbiamo richiesto questo confronto da tempo ai Ministri interessati senza avere alcun riscontro», sottolinea Romano. Speriamo che questa volta ci si
possa finalmente confrontare nel merito delle questioni e comprendere come l’esecutivo vuole operare per dare risposte esaustive a chi, sino ad oggi, ha dovuto anticipare dal proprio bilancio familiare i fondi per garantire la sicurezza. Attendiamo la convocazione».

Il presidente della Camera Roberto Fico (D) e i ministri Matteo Salvini (S) e Gian Marco Centinaio in aula della Camera durante le interrogazioni a risposta immediata, Roma, 3 luglio 2019. Ansa

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