In Evidenza Governo MeloniIsraeleBruno Vespa
POLITICADecreti sicurezzaGoverno Conte ILuigi Di MaioM5SPolizia

Dl Sicurezza bis, Fattori (M5s) silura Salvini: «Verso stato di polizia. Mancano solo le leggi razziali»

La senatrice dissidente all'attacco su tutti fronti: Tav, mandato zero, chiusura dei porti e inasprimento pene per i manifestanti

Una Elena Fattori a tutto campo sui provvedimenti più controversi dell’esecutivo gialloverde e sulla nuova organizzazione del Movimento 5 Stelle. La senatrice, sospesa da nove mesi dal Movimento, ma non espulsa, al Corriere della Sera non usa mezze parole: «Se mi cacciassero, passerei il resto della mia vita a chiedere di essere riammessa, con le scuse».

La Tav, il decreto sicurezza bis, il mandato zero e l’omicidio Cerciello Rega: quello di Fattori è un trattato della dissidenza. Intanto l’annuncio: la senatrice non voterà il Sicurezza bis che arriverà a Palazzo Madama nei prossimi giorni dopo l’approvazione della Camera, dove però non sono mancate le defezioni in casa pentastellata, prima fra tutte quella del presidente dell’Aula Roberto Fico.

A disertare il voto al Senato dovrebbero essere una decina di esponenti del Movimento. Ma perché Fattori non lo voterà? «Innanzitutto per il reato di chi soccorre gente in mare – spiega – Chiederò l’abolizione o la riduzione della pena nel caso in cui vengano soccorsi minori. Poi le manifestazioni». Oltre a regolamentare la chiusura dei porti alle navi delle Ong, infatti il decreto interviene anche nella materia della gestione dell’ordine pubblico in caso di manifestazioni all’aperto e inasprisce le pene per i reati commessi durante le manifestazioni.

«Lo trovo assurdo – attacca Fattori – Ho amici e parenti nelle forze dell’ordine e so che alle manifestazioni vanno reparti speciali, con caschi e scudi. Credo, invece, che si dovrebbero inasprire le pene in situazioni ordinarie. Se attacchi un agente che ti chiede i documenti è molto più grave». Il riferimento, naturalmente, è all’omicidio del carabiniere Cercello Rega per cui sono indagati Christian Gabriel Natale Hjorth e Elder Finnegan Lee.

La senatrice, che chiarisce di non voler strumentalizzare la vicenda di Roma, insiste sul suo no a pene più severe per i manifestanti: «Credo che la norma sia una scusa per impedire a i cittadini di manifestare», chiosa. Ma Fattori è ancora più dura su l’escalation sicurezza in casa Lega. Ad Alessandro Trocino che ricorda come il Carroccio evochi persino la pena di morte, la senatrice 5 Stelle risponde: «Ci si avvia verso uno stato di polizia. Mancano solo le leggi razziali. Siamo alla barbarie».

Sulla Tav per Fattori l’annuncio del sì all’opera del premier («che aveva detto il contrario») «è stato un colpo duro per tutti». Poco gradite alla senatrice è state anche le modalità dell’annuncio, avvenuto con una diretta Facebbok. «Sarebbe stato più corretto riferire prima ai gruppi», chiarisce Fattori che poi replica alla Lega che ha invitato i pentastellati a dimettersi se non sono d’accordo con il via libera alla Tav: «La maggioranza ce l’abbiamo noi, se ne vadano loro».

Ma Fattori non è morbida neanche sulla riorganizzazione del Movimento voluta da Luigi Di Maio dopo le cocenti sconfitte elettorali a europee e amministrative. Sul voto sulla piattaforma Rousseau è lapidaria:«Non ho votato. Doveva essere un’assemblea, invece era solo uno sfogatoio. Una presa ingiro, la ratifica di una decisione già presa».

Non meno deciso è il suo giudizio sul cosiddetto Mandato zero, che ha attirato pesanti critiche e ironie su Luigi Di Maio. Per Fattori si tratta di «un suicidio. Se uno è bravissimo ed è riuscito a farsi eleggere, come la Appendino, non può continuare. Se non c’è riuscito, sì. Mi pare che tra i pochi che ne usufruiranno c’è Bugani».

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti