Scoop del Financial Times: «Il Ponte Morandi ha avuto problemi di sicurezza prima del collasso»

Il quotidiano britannico è entrato in possesso di un report di Atlantia mai diffuso, ma consegnato agli inquirenti. Secondo la società, i difetti riscontrati non erano tali da richiedere un intervento urgente, ma programmabile nell’arco di 5 anni

Secondo un rapporto commissionato da Atlantia, società controllata dal gruppo Benetton che il Governo ha appena scelto per il salvataggio di Alitalia, «il ponte Morandi di Genova ha avuto una serie di problemi di sicurezza nei 10 anni che hanno preceduto il disastro».


Problemi che sarebbero già stati individuati prima del crollo, ma che secondo la società non richiedevano un intervento urgente.


Lo scrive il Financial Times, che ha letto il documento, che la società non ha reso pubblico ma ha consegnato agli inquirenti, e parlato con alcune fonti interne alla società, dalle quali emerge uno spaccato finora inedito dei giorni successivi alla tragedia.

«La risposta di Atlantia al disastro fu disorganizzata»

«Alcune persone vicine al consiglio di amministrazione (di Atlantia, ndr) – scrive il FT – hanno detto che il rapporto fu presentato in tutta fretta, senza lasciare il tempo necessario per assorbire i contenuti del documento».

Sempre secondo queste fonti interne, la risposta di Atlantia al disastro fu «disorganizzata» e che ci volle più di una settimana per organizzare una riunione del consiglio di amministrazione.

«Fonti informate – si legge ancora – hanno fatto sapere al FT che il comitato controllo e rischi di Atlantia aveva richiesto il rapporto a settembre per determinare se l’azienda fosse o meno responsabile di eventuali carenze».

Il rischio “travi”

Tra gli interventi necessari, la cui urgenza era stata calcolata in base a una scala di valutazione da 10 a 70, ce n’era uno classificato “60”: un problema alle travi, scoperto per la prima volta nel 2011 e ancora in fase di test supplementari nel 2018. Nel rapporto, in ogni caso, la società ha scritto che tutte le questioni di sicurezza sono state affrontate in conformità con la legge.

La replica di Atlantia

Rispondendo a una richiesta di chiarimenti inviata dal FT, Atlantia ha fatto sapere che «il grado [di rischio] “50” non indica un problema di sicurezza e consente di pianificare un intervento nell’arco di 5 anni; secondo l’azienda, inoltre, nessuna analisi o relazione aveva fatto immaginare che fosse necessario un intervento urgente».

In base al rapporto, Atlantia ha compiuto indagini “straordinarie” sul ponte Morandi ogni anno, eccezion fatta per il 2009 e il 2017. Le cosiddette indagini “diagnostiche” – prove visive e materiali sui componenti – sarebbero invece state effettuate con cadenza annuale dal 2009 al 2015.

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