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Abolire il canone Rai, l’offensiva M5s: «Tassa odiosa che serve a pagare i maxistipendi»

Altro che servizio pubblico di qualità: secondo la deputata Maria Laura Paxia del M5s questa tassa avrebbe soltanto favorito le produzioni esterne e drogato il bilancio dell’azienda

L’obiettivo è quello di cancellare, una volta per tutte, il canone Rai: questa l’ultima crociata del Movimento Cinque Stelle che proprio oggi ha depositato sia alla Camera che al Senato un disegno di legge ad hoc.


«Vogliamo aiutare le famiglie italiane»

«In attesa di fare una vera e propria riforma della Rai e del mercato pubblicitario, a partire dagli OTT, vogliamo aiutare le famiglie italiane abolendo il canone. Ovviamente, questo comporta l’inevitabile scelta di eliminare anche il tetto pubblicitario dando il via a una vera e propria concorrenza, che oggi non c’è, tra il servizio pubblico, Mediaset, La7 e tutti gli attori privati del mercato radiotelevisivo. Questo è lo spirito del disegno di legge che ho presentato in Senato» ha scritto su Facebook Gianluigi Paragone, giornalista, ex vicedirettore di Raiuno e poi direttore di Raidue, oggi capogruppo del M5s in Commissione Vigilanza Rai.


«Tassa odiosa che droga i bilanci»

A rincarare la dose è la deputata Maria Laura Paxia (M5s) che, invece, ha presentato il disegno di legge alla Camera. L’obiettivo, spiega lei, non è privatizzare la Rai ma ridurre gli sprechi e offrire un servizio sempre più di qualità. Secondo la Paxia il canone Rai è «un’odiosa tassa, anacronistica, iniqua, socialmente ingiusta» che, in questi anni, sarebbe servita soltanto per «drogare il bilancio della tv di stato, per alimentare gli sprechi a favore delle produzioni esterne e per pagare i maxi stipendi».

Con l’abolizione del canone, invece, il servizio pubblico diventerebbe un «volano per lo sviluppo culturale del nostro Paese».

Cos’è il canone Rai

Il canone televisivo, impropriamente chiamato “canone Rai”, è un’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni televisive, ovvero qualsiasi apparecchio munito di sintonizzatore per la ricezione del segnale dall’antenna radiotelevisiva. Il pagamento del canone è obbligatorio per chiunque possegga uno dei suddetti apparecchi.

Prima il canone Rai ammontava a oltre 100 euro (113 nel 2015, 100 nel 2016), poi – col governo Renzi – a partire dal 2017 è sceso a 90 euro addebitato a rate sulla bolletta dell’elettricità così da scoraggiare gli evasori.

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