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Fondi russi alla Lega, spunta la foto di Savoini con il filosofo sovranista Dugin: gli strani intrecci al Metropol

Chi è il teorico della supremazia euroasiatica e che ruolo potrebbe aver avuto nella trattativa russo-leghista?

Nella presunta rattativa italo-russa per far arrivare fondi di Mosca alla Lega, lo scandalo avviato dalle inchieste dell’Espresso e di Buzzfeed e su cui la procura di Milano ha aperto un’inchiesta, fa capolino anche il controverso filosofo Dugin. In una fotografia scattata il 17 ottobre scorso, il giorno della visita del vicepremier Salvini a Mosca e quello precedente all’ormai celebre incontro del Metropol, proprio di fronte all’hotel moscovita, sono ritratti Savoini, lo stratega del presunto accordo sul petrolio, Vannucci, il cosiddetto “terzo uomo” e appunto Alexander Dugin, studioso amato dai sovranisti europei, teorico dell’egemonia dell’Eurasia, considerato da molti il Rasputin di Putin.

Nella fotografia, twittata dalla giornalista Marta Allevato lo stesso 17 ottobre, e diffusa da la Repubblica, compare di spalle un altro uomo, non ancora identificato. Che Dugin potesse aver avuto un ruolo nell’accordo era già stato ipotizzato, in base ad alcune parole di Savoini durante l’incontro del Metropol, negli audio diffusi da Buzzfead. Savoini, rivolgendosi a Meranda, il “secondo uomo” aveva detto:«Anche ieri Aleksander ha detto che la cosa importante è che siamo solo noi». E aveva aggiunto: «Tu, Francesco e io. Nessun altro». Da quelle parole il sospetto che lo stesso Dugin avesse avuto il ruolo di coordinatore del gruppo italiano nei suoi rapporti con Mosca.

Fra Savoini e Dugin intercorre un’amicizia di lunga data. Lo stesso presidente dell’Associazione Lombardia-Russia ha ammesso di conoscerlo da almeno 25 anni. Dugin è inoltre presidente onorario di Piemonte-Russia, associazione omologa di quella guidata da Savoini. Ma chi è Alexandrn Dugin? Non solo la folta barba lo ha fatto associare a Rusputin, l’influentissimo mistico dell’ultima corte zarista. A suggerire il parallelo fu per primo Breitbart News, il sito di Stephen Bannon, ex stratega di Donald Trump e figura di riferimento per i sovranisti a livello internazionale.

Chi è Dugin?

Che ruolo, e quale spazio di movimento abbia in realtà Dugin all’interno della corte putiniana è però poco chiaro. Le sue teorie su un nuovo blocco euroasiatico, a guida russa, capofila del sovranismo mondiale, da contrapporre all’occidente americanizzato sembrano essere perfette per le ambizioni di un ritorno di Mosca al ruolo di superpotenza. Se le teorie di Dugin sembrano ideali per il neo-imperialismo russo, secondo diverse fonti in realtà il pensatore sovranista in patria non avrebbe un particolare peso e la sua vicinanza a Putin sarebbe tutta da dimostrare. Fondatore negli anni novanta, insieme allo scrittore Eduard Limonov, del Partito nazional bolscevico, oggi fuorilegge, che aveva come simbolo una bandiera nazista con la falce e il martello al posto della svastica, Dugin finì osservato speciale degli Stati Uniti quando nel 2014, allo scoppiò del conflitto nel Donbass, si augurò un “genocidio” degli ucraini. Le sue parole fecero storcere il baso, e forse qualcosa di più, anche al Cremlino. Difficile dire quanto quindi sia realmente inserito Dugin nell’apparato decisionale di Mosca e quanto la sua figura, a metà strada fra il folclore e l’estremismo, abbia potuto giocare un ruolo nella trattativa russo-leghista e soprattutto se la sua presenza confermi l’interessamento del piani alti del Cremlino alla trattativa. Di certo è che la fotografia che lo ritrae con Savoini, e le parole dello stesso, dimostrano che l’eccentrico filosofo un qualche ruolo l’ha avuto.

Foto copertina Twitter @MartaAllevato

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