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“Charney Report”: il documento che 40 anni fa ha denunciato il cambiamento climatico

24 Luglio 2019 - 06:55 Juanne Pili
Il 23 luglio 1979 venne pubblicata quasi in sordina la prima valutazione sui cambiamenti climatici

L’anniversario dei 50 anni dalla conquista della Luna ci ricorda quante potenzialità abiamo nel costruire imprese grandiose imparando dagli errori. I 40 anni dalla prima valutazione globale dei cambiamenti climatici invece ci ricordano che siamo capaci anche di farci del male, apparentemente senza alcuna voglia di correggerci.

Parliamo del documento scientifico che passerà alla Storia come Charney Report, pubblicato il 23 luglio 1979 dalla Woods Hole Oceanographic Institution nel Massachusetts. È questa la sede in cui un gruppo di scienziati si riunirono per fare il punto sui livelli di CO2 in atmosfera, i suoi collegamenti col clima e l’attività industriale.

Quando credevamo di avvicinarci a una nuova Era glaciale

Oggi dopo tutti questi anni continuano a essere pubblicati studi, revisioni e proiezioni che confermano quanto riscontrato nel report. Fino ad allora esistevano solo alcune ricerche sugli effetti dei gas serra e diverse teorie su come poteva evolversi il clima.

Ai tempi del Charney Report era molto diffusa la tesi in base a cui eravamo vicini a una nuova Era glaciale. E questa è rimasta una tesi che spesso viene ripescata ancora adesso da chi nega il riscaldamento globale o i suoi collegamenti con l’attività umana.

Tutto parte da un fenomeno chiamato Minimo di Maunder, che si ritiene abbia causato la Piccola era glaciale, un periodo storico tra il 1500 e il 1850. Epoca durante la quale fiumi come il Tamigi congelavano d’inverno trasformandosi in vere e proprie “autostrade”. 

Il Minimo di Maunder prende nome dall’astronomo Walter Maunder e si riferisce a un periodo di “raffreddamento” del Sole. Tutt’oggi però il collegamento tra questo fenomeno e la Piccola era glaciale non è dimostrato. 

Ancora in tempi recenti sono stati raccolti dati che farebbero pensare a un nuovo Minimo di Maunder. Il problema è che oggi è del tutto impossibile prevedere l’attività solare nel lungo periodo. 

Anche considerando l’ipotesi che ci sia effettivamente un collegamento causale col clima, si è calcolato che potremmo avere un raffreddamento di 0,3°C, mentre le conseguenze del Riscaldamento globale porterebbero secondo le stime peggiori a un aumento medio della temperatura di 3,7 °C.

La fredda accoglienza del Charney report

Accantonata la questione della nuova Era glaciale i climatologi di Woods Hole stimarono già nel loro report un riscaldamento di 3°C, considerando un margine di errore di 1,5°C. Stime che purtroppo si sono rivelate piuttosto vicine ai riscontri attuali.

Grazie alla revisione delle misurazioni, ora sappiamo che le proiezioni prodotte sono nel loro insieme piuttosto affidabili. Tutti questi riscontri però nel 1979 ancora non potevamo averli. Così il Charney Report rimase in sordina, senza sortire alcun effetto nell’opinione pubblica. 

Foto di copertina: Pixabay | Una rappresentazione del Climate change

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