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Carabiniere ucciso, indagine sulla foto. il procuratore Salvi: «Perché l’inchiesta sui due americani è regolare»

29 Luglio 2019 - 07:33 Valerio Berra
Giovanni Salvi è procuratore generale della Corte d'Appello di Roma. È lui che si sta occupando delle indagini sulla foto di Gabriel Christian Natale Hjorth

I pantaloni corti, la camicia a righe, le manette dietro la schiena e la benda sugli occhi. La foto di Gabriel Christian Natale Hjorth, uno dei ragazzi accusati dell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, non è stata solo in apertura nei siti d’informazione italiani ma è sbarcata anche negli Stati Uniti.

Il portale online della Cnn l’ha usata come copertina per raccontare tutta la vicenda che ha coinvolto i due giovani statunitensi in un lungo articolo firmato da Valentina Di Donato, Barbie Latza Nadeau e Sarah Dean. Tante le critiche arrivate sul tema dei diritti umani, compresa quella di Pietro Grasso, l’ex presidente del Senato che da magistrato si occupò del maxiprocesso contro Cosa Nostra.

Tra i tanti commenti, però, ce n’è stato anche uno più tecnico. Una foto come quella che dimostra lo stato di coercizione di un sospetto, potrebbe diventare un’arma per la difesa e dimostrare che la confessione del delitto è avvenuta in uno stato di coercizione. Anche per questo è iniziata inziata un’inchiesta interna nell’Arma dei Carabinieri, di cui si sta occupando il procurato generale di Roma Giovanni Salvi.

«Meno male che abbiamo visto quell’immagine»

La prima fase dell’indagine su questo caso si è già conclusa. L’Arma ha fornito il nome del carabiniere che ha bendato il ragazzo. Ora il militare rischia l’accusa di violenza privata e maltrattamenti. Rischiano anche il carabiniere che ha scattato la foto e i colleghi che hanno assistito alla scena senza denunciare.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il procuratore Salvi spiega però che «L’inchiesta è regolare». Secondo il magistrato infatti: «Prima dell’inizio (dell’interrogatorio, ndr), a entrambi gli indagati sono stati letti i diritti, se ci fosse stato qualcosa di cui lamentarsi quella era la sede opportuna».

Questa foto potrebbe anche di aprire un caso con le autorità statunitensi. Al momento la procura di Roma non ha ancora ricevuto istanze da Washington ma potrebbe essere solo questione di tempo: «Credo sia scontato che ciò accada. Del resto si che negli Stati Uniti questa vicenda è già diventato un caso e noi siamo pronti a fornire ogni chiarimento necessario».

Il procuratore Salvi spiega anche quali sono i rischi per chi ha scattato la foto: «Le legge vieta di ritrarre persone in stato di costrizione, però in questo caso posso dire: meno male che abbiamo visto quell’immagine perchè ci consentirà di perseguire chi non ha fatto il proprio dovere violando le regole in maniera gravissima».

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Foto di copertina: Ansa | Il procuratore Giovanni Salvi