Trump propone controlli sulla vendita di armi, ma nessuno gli crede

Il Presidente aveva già fatto la stessa promessa dopo la sparatoria di Parkland. Ma da allora ha minacciato di porre il veto a qualsiasi misura, promossa dai Democratici, che andasse in questa direzione

«Non possiamo permettere che le vittime di El Paso, del Texas, di Dayton, dell’Ohio siano morte invano», ha scritto il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump all’indomani della doppia sparatoria a El Paso e a Dayton in cui sono rimaste uccise 29 persone.


«Lo stesso vale per quelli che sono rimasti gravemente feriti. Non possiamo dimenticarli, così come non possiamo dimenticare tutti coloro che sono venuti prima di loro», continua Trump, «Repubblicani e Democratici devono trovare un accordo per rafforzare le verifiche preliminari».


Queste «verifiche», i background checks, sono controlli che vengono effettuati sull’acquirente che desidera comprare un’arma. Non è la prima volta che Trump propone una misura del genere: l’aveva già fatto dopo la sparatoria nella scuola di Parkland, in Florida del 2018 dove erano morte 17 persone. Da allora, il Presidente ha però minacciato di porre il suo veto a qualsiasi misura, promossa dai Democratici, che andasse in questa direzione.

Poco dopo aver ottenuto la maggioranza alla Camera alle elezioni di metà mandato, i Democratici hanno passato una serie di leggi sulle armi da fuoco. A febbraio è stato approvato un testo che prevedeva che venissero eseguiti dei controlli obbligatori su chiunque comprasse un’arma da fuoco e che venissero aumentati i tempi d’attesa per poter verificare il profilo del potenziale acquirente.

I principali giornali americani hanno definito queste leggi le «prime misure significative per la regolamentazione delle armi da fuoco dell’ultimo quarto di secolo». Ma, il Senato, a maggioranza Repubblicana, non ha dato segni di avere intenzione di sottoporre la proposta al voto. Trump ha anzi minacciato di porre il suo veto alle due proposte, affermando che non proteggono sufficientemente i diritti dei proprietari di armi previsti dal Secondo Emendamento.

La linea sull’immigrazione

Nella seconda parte del tweet del 5 agosto, Trump propone di portare avanti «in coppia» una riforma sulla vendita di armi da fuoco e una legge sull’immigrazione. La Camera ha già approvato due leggi che permetterebbero a 2 milioni di migranti irregolari (tra cui alcuni arrivati negli Stati Uniti da bambini) di ottenere la cittadinanza. Ma anche queste sono state ignorate dal Senato, che ha invece approvato la settimana scorsa una legge che restringe i criteri di selezione per l’approvazione della richiesta d’asilo, coerente con la linea di Trump.

Secondo alcuni democratici, la retorica divisiva del Presidente degli Stati Uniti ha contribuito a creare il clima di tensione in cui prosperano follie omicide come quella del killer di El Paso. «Basta collegare i puntini», ha affermato l’ex membro del Congresso Beto O’Rourke, Trump «non sta tollerando il razzismo ma lo sta promuovendo. Non sta tollerando la violenza, sta incitando alla violenza e al razzismo nel nostro Paese». Il linguaggio utilizzato nella lettera del killer di El Paso ricalca precisamente il vocabolario e il lessico di Trump, quando per esempio afferma di voler combattere «un’invasione ispanica del Texas».

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