Omicidio Cerciello, l’intervista al padre di Gabriel Natale: «Mio figlio non sapeva del coltello di Elder»

Fabrizio Natale, il padre di Gabriel, si è detto sconvolto ma crede nell’innocenza del figlio

Dan Noyes, il giornalista dell’emittente televisiva americana ABC impegnato a seguire il caso dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ha intervistato Fabrizio Natale, il padre del diciottenne Gabriel, uno dei due ragazzi americani detenuti per la morte del carabiniere.


«Gabriel è esausto, spaventato, e sta cercando di rendersi conto di quello che sta succedendo» ha riferito Natale al giornalista Dan Noyes.


Gabriel era arrivato a Roma insieme a suo padre e suo fratello da San Francisco lo scorso 20 luglio e assieme si erano diretti alla casa dei nonni a Fregene.

La sera del 24 luglio il fratello di Fabrizio, Claudio, aveva lasciato il nipote a Roma. «Non aveva mai sentito parlare di un Finn. Non era nel suo circolo di amici» ha dichiarato il padre riferendosi all’altro ragazzo americano imputato nel caso e reo confesso sull’omicidio del carabiniere.

La famiglia di Gabriel scoprì dell’arresto quando una sua foto apparve sul telegiornale delle 20.00 a Roma. «Ero nello sconforto più totale», ha dichiarato Natale. «Ero spaventato. Mi sentivo vuoto, come se tutto il mondo mi stesse crollando addosso».

Ci sono voluti cinque giorni prima che Natale potesse vedere il figlio in prigione. «Ha cominciato a piangere e ci siamo abbracciati» ha raccontato il padre all’emittente televisiva americana. «Gabriel ha cominciato a dirmi che non aveva alcuna idea dell’accoltellamento, non sapeva che l’altro ragazzo aveva un coltello».

Poi, pochi giorni dopo l’arresto, la foto del figlio Gabriel bendato nella stazione di polizia: «Dire che non mi sono sentito bene è un eufemismo. Siamo convinti dell’innocenza di Gabriel. Crediamo che quando la verità verrà fuori sarà utile per il nostro caso».

Il padre di Gabriel durante l’incontro con Dan Noyes ha mandato un messaggio anche alla famiglia del carabiniere: «È una tragedia. Hanno perso una vita umana. Sento il loro dolore, in verità, non c’è niente che possa dire per mitigare il loro dolore».

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