Chi contro Salvini? La difficile partita dei candidati premier: Di Maio o Conte? Gentiloni o…

di OPEN

Il candidato premier della Lega è chiaro. Chi correrà per la carica degli altri partiti?

Un aspetto fin qui sottovalutato dello scontro elettorale che di fatto è già aperto riguarda la scelta dei candidati a Palazzo Chigi. La prima cosa che ha fatto Matteo Salvini nel chiudere l’esperienza del governo gialloverde è stata di candidarsi direttamente alla successione di Conte: «voglio i pieni poteri», ha detto addirittura.


Ma, a parte il fatto che i pieni poteri non ci sono in democrazia, la candidatura di Salvini alla guida del nuovo governo è la ovvia conseguenza del raddoppio dei suffragi al partito di cui è leader indiscusso.


Molto meno chiaro è invece chi sarà il candidato del Movimento 5 Stelle, e non solo perché Luigi Di Maio sta arrivando a concludere traumaticamente e anticipatamente il suo secondo mandato e non è teoricamente rieleggibile, stando allo statuto grillino.

Però è stato votato dagli iscritti come capo politico del movimento, e in teoria potrebbe essere indicato per la guida del governo anche senza ricandidarsi alla Camera. Ma c’è un problema: il M5s ha già un altro candidato naturale a Palazzo Chigi, ed è l’attuale inquilino di quell’edificio.

È un tecnico? Fino a un certo punto: Giuseppe Conte era già un candidato dei 5 Stelle sia pure solo a un Ministero, quello della funzione pubblica, quando un anno e mezzo fa nella fase finale della campagna elettorale proprio Di Maio presentò il “suo” governo. Si sa poi come andò, ma resta il fatto che Conte ora è lì, e ci resterà probabilmente anche durante la campagna elettorale.

Se non fosse ricandidato non potrebbe avere un ruolo attivo nella campagna stessa, e questo forse il M5s non può permetterselo, essendo in questa fase Conte l’unica figura politica con un indice di popolarità e fiducia paragonabile a quella del suo vicepremier leghista.

Non sono più chiare le cose nel campo del principale partito di opposizione: il Pd ha un segretario che col nuovo statuto non è automaticamente candidato premier, e non sembra che Nicola Zingaretti voglia rivendicare per sé questo ruolo.

Ma l’indicazione del candidato premier è un elemento forte nella campagna elettorale di un partito che vuole essere competitivo. L’unica volta nell’ultimo quarto di secolo che la principale forza della sinistra omise di farlo fu nel 1994, e si sa come finì (fu l’anno di Berlusconi-Occhetto).

Già, ma chi indicare? Il presidente del Partito è Paolo Gentiloni, l’ultimo premier espresso dal Pd: sarà lui il candidato? Ma a proposito di ex, come si sa, sullo sfondo c’è anche un’altra più ingombrante presenza, quella del predecessore di Gentiloni. Ma Matteo Renzi sarà della partita? E sarà della partita nel Pd o con una sua lista? È questa, come si sa, l’altra incognita…

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