Guerra dei dazi, che cosa sta succedendo tra Usa e Cina (spiegato in 5 minuti)

Aprono in calo le borse. Vira in negativo anche il prezzo del greggio. Dopo i dazi cinesi, Trump alza la posta e aumenta le tasse sui prodotti cinesi

Sono bastate poche parole su Twitter da parte del presidente americano Donald Trump per capire che non ci sarà nessuna tregua commerciale con la Cina, almeno a breve. E che, dunque, l’Europa deve cominciare a preoccuparsi. Il clima si fa sempre più incandescente tra le due super potenze economiche dopo l’annuncio di Pechino di nuovi dazi, fino al 10%, su 75 miliardi di dollari di prodotti statunitensi. Il 23 agosto il ministero del Commercio cinese ha annunciato che imporrà nuovi dazi aggiuntivi, del 5 o 10%, su un totale di oltre 5mila beni americani importati dalla Cina. Tra questi figurano: prodotti agricoli, velivoli leggeri, automobili e greggio. La nuova tassazione entrerà in vigore su una parte dei prodotti dal primo settembre, mentre i restanti subiranno l’aumento a partire dal 15 dicembre.


Ma all’annuncio cinese non si è fatta attendere la risposta dell’inquilino della Casa Bianca, che ha voluto restituire pan per focaccia a Xi Jinping e alla sua amministrazione. «Gli attuali 250 miliardi di dollari di beni e prodotti (importati) dalla Cina attualmente tassati al 25% saranno tassati al 30%, dal primo ottobre», così Trump fa appello all’arma commerciale per rimandare al mittente le nuove restrizioni sui prodotti americani. Trump parla di «commercio sleale» tanto da aver intimato alle aziende americane attualmente impegnate in Cina di trovare delle alternative al mercato cinese.


La notizia arriva a margine dell’incontro del G7, iniziato il 24 agosto a Biarritz, in Francia. Tra i più attesi leader mondiali è proprio Donald Trump che dopo aver messo ulteriori paletti al commercio con la Cina ha virato i suoi cannoni verso l’Europa. Il presidente americano ha minacciato di imporre dazi anche sul vino francese in risposta alla digital tax sulle grandi aziende tecnologiche americane approvata da Parigi l’11 luglio scorso. Donald Tusk, il presidente uscente del Consiglio europeo, ha detto che Bruxelles è pronta a reagire e a proteggere il vino francese. Una guerra dunque che se dovesse spostarsi in Europa provocherebbe «una pericolosa spirale che rischio di travolgere anche l’economia italiana», è la preoccupazione – probabilmente fondata – di Coldiretti.

La via di Pechino

Le nuove tariffe cinesi entreranno in vigore in due tranche differenti, dopo che il 5 agosto scorso la Cina aveva optato per una svalutazione dello yuan, sceso sotto quota 7 per dollaro. Il governo cinese, come annunciato il 23 agosto, colpirà 5.078 prodotti Usa, in primis fagioli, soia e greggio, che subiranno tariffe del 5% e il settore automobilistico, che dal 15 dicembre vedrà la ripresa delle tariffe al 25% precedentemente sospese, e altre tariffe al 5% sui pezzi di ricambio prodotti negli Stati Uniti.

La risposta di Washington

Donald Trump ha atteso poche ore per svelare le sue carte, in questo continuo circolo di scambi di accuse che da un anno hanno fatto salire la tensione commerciale tra i due Paesi, dopo che a maggio 2018 erano entrati in vigore i primi dazi americani sui prodotti cinesi. Donald Trump non ci sta ad arrivare secondo e a perdere in una guerra innescata dalle sue stesse strategie. Così su 300 miliardi di dollari di beni cinesi importati in Usa i dazi saliranno, dal primo settembre, dal 10 al 15%. Su altri 250 miliardi di dollari di beni e prodotti importati da Pechino attualmente tassati al 25% la soglia si alzerà al 30%. «Il nostro Paese ha perso centinaia di miliardi di dollari all’anno a causa della Cina – ha ribadito Trump – e tristemente le precedenti amministrazioni hanno consentito alla Cina di andare così avanti… Come presidente non posso più consentire che ciò accada e con la volontà di ottenere un commercio equo dobbiamo equilibrare questa relazione commerciale squilibrata».

La reazione delle borse

Dopo gli scambi al vetriolo tra le due potenze commerciali le borse internazionali hanno aperto in calo anche sabato 23 agosto. Milano perde lo 0.9%, Francoforte lo 0,55% e Parigi lo 0,4%. Vira in negativo anche il pezzo del petrolio. Trump non ha risparmiato neanche il direttore della Banca Centrale americana Jay Powell, colpevole, secondo il presidente, di non tagliare abbastanza i tassi d’interesse: «Chi è il peggior nemico dell’America – si è chiesto Trump su Twitter – Jay Powell o il presidente Xi Jinping?».

Non solo dazi

La guerra tra Stati Uniti e Cina non passa solo dagli scambi tra i due Paesi. Sul tavolo dello scontro rimane aperto anche il dossier Huawei. Lo scorso 16 maggio Washington ha imposto un bando che vieta a Huawei e ad altre 70 società di vendere e installare le proprie infrastrutture negli Stati Uniti senza autorizzazione. Un bando che, come un effetto domino, ha colpito anche Google e Windows che hanno sospeso i loro accordi commerciali con il gigante della tecnologia cinese. E intanto gli Gli Usa, dopo l’attacco all’economia cinese, puntano a preoccupare il gigante asiatico anche dal punto di vista militare. Washington ha annunciato ieri, 24 agosto, che organizzerà in settembre le prime manovre navali comuni con altri dieci Paesi dell’Asia sudorientale, una mossa che punta a promuovere la strategia indo-pacifica per contrastare la Cina vicino ai suoi confini.

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