Dopo la sentenza di Rousseau, la resa di Calenda: «Mi sono battuto a viso aperto, ho perso»

L’uscente dem non intende tornare sui suoi passi, ma spera che il nuovo governo faccia comunque bene

Dopo il voto positivo degli iscritti Rousseau sulla nascita del governo M5s-Pd a guida Giuseppe Conte, si apre ufficialmente la via verso la creazione dell’esecutivo giallorosso. E a commentare l’esito del voto ci ha pensato anche Carlo Calenda, l’europarlamentare eletto in quota Pd che tuttavia, dopo l’alleanza del partito con il Movimento Cinque Stelle, ha deciso di lasciare il partito per focalizzarsi su una nuovo soggetto politico liberal-progressista (di sua creazione), “Siamo Europei”. «Il #Contebis parte con un forte sostegno della base di @pdnetwork e #M5S. Questo è indubbio. Ho combattuto questa alleanza. Ora però speriamo che faccia bene per l’Italia e per i cittadini», ha scritto l’eurodeputato su Twitter. 


L’ex titolare del Mise sotto il governo Gentiloni ha poi aggiunto in un altro tweet: «Quando ci si batte ci si batte. Meglio farlo a viso aperto dicendo chiaramente quello che si pensa. Dopodiché si perde, e io ho perso, e si spera comunque che il Paese vinca».

E a chi si domandava se Calenda, al netto della nascita del nuovo esecutivo, avrebbe fatto un passo indietro rispetto alla decisione di abbandonare il Partito Democratico ha dichiarato: «Ma ti pare che torno indietro! Il Governo deve fare il suo lavoro e va aiutato con idee e proposte, io devo fare il mio lavoro, in UE su politica industriale, e in Italia per costruire un movimento liberal-progressista insieme a una classe dirigente solida e seria».

Carlo Calenda resta quindi fermo sul suo “arrivederci” con cui ha rassegnato le dimissioni dal Pd, lasciando comunque – sin dal momento delle dimissioni – una porta aperta alla collaborazione con i dem, in particolare modo nella Commissione Industria del Parlamento e in sede Europea. E infatti Calenda assicura che si renderà disponibile a collaborare con chi subentrerà al Ministero dello Sviluppo Economico, «Chiunque sia il Ministro».

Sullo stesso tema: