Appena partito il governo giallorosso, slitta il taglio dei parlamentari. E non è un problema di calendario

Il provvedimento, giunto alla quarta lettura, non sarà discusso alla Camera prima di ottobre. Ma il Pd vorrebbe legarlo alla riforma della legge elettorale

Dopo la fiducia incassata dal governo Conte 2, sono iniziate le riunioni per stabilire quali saranno i primi provvedimenti che il parlamento dovrà esaminare. La Camera tornerà a riunirsi martedì 17 settembre, ma non c’è traccia del ddl costituzionale sul taglio dei numero di parlamentari fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle e inserito nell’accordo per l’avvio del governo giallorosso: si partirà invece dalla ratifica di alcuni trattati internazionali.


Uno slittamento dovuto non tanto a esigenze di calendario, quanto a decisioni politiche. Il provvedimento per il taglio di 345 parlamentari,
che è già stato approvato in doppia lettura al Senato, necessita infatti dell’approvazione finale a Montecitorio. Ed era stato uno degli oggetti principali delle trattative tra Lega e 5 Stelle durante lo strappo agostano avviato dal Carroccio.


Il Partito Democratico si era sempre espresso in modo critico verso questa misura (ribattezzato dal M5s come ‘taglia poltrone‘), che era disposto ad accettare solo se legata alla riforma della legge elettorale come testimonia quanto avvenuto durante il recente passaggio parlamentare.

Prima della pausa estiva, l’11 luglio, i senatori avevano dato il via libera in terza lettura al provvedimento, con 180 sì e 50 no: a votare a favore erano stati: Movimento 5 Stelle e Lega, a cui erano venuti in soccorso i parlamentari di Fratelli d’Italia (cosa che avevano già fatto nei due passaggi precedenti). Contrari 40 esponenti del Pd, 9 del gruppo Misto e il senatore Casini (gruppo Autonomie). Ma questo appunto, avveniva prima del governo Conte 2.

Ora la maggioranza è cambiata e il Pd punta a far “calendarizzare” la riforma della legge elettorale al Senato, prima di concedere ai neo-alleati 5 Stelle di discutere e votare in quarta lettura il taglio del numero di parlamentari. Il risultato è che questa mattina la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso di mettere all’ordine del giorno prima quattro ratifiche dei trattati internazionali.

Entro la fine del mese, presumibilmente il 25 settembre, si terrà una nuova riunione dei capigruppo per stabilire il programma trimestrale dei lavori. In più l’ufficio di presidenza della Commissione Affari Costituzionali guidata da Giuseppe Brescia (M5s) ha deciso di non procedere con l’ultimo atto della riforma sulla riduzione del numero di parlamentari, in attesa che la Conferenza dei capigruppo stabilisca una data per la discussione in Aula.

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