Gualtieri: «La flat tax è ​archiviata, non la faremo mai, dava tanto a chi ha di più»

di Agi

Intervista del ministro dell’Economia a Repubblica: «Quota 100 ha una durata triennale e l’orientamento è lasciare che vada a esaurimento»

Via dal calcolo del deficit gli investimenti verdi, riduzione delle tasse in tre anni ma senza Flat tax, no all’aumento dell’Iva e alla patrimoniale, il bonus di 80 euro non si tocca, Quota 100 resta fino a scadenza e mai più guerra con l’Europa: sono i cardini che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, traccia in un’intervista a la Repubblica.


«Gli scontri continui con l’Europa – spiega Gualtieri – i proclami sui social e le assenze ai tavoli negoziali sono finiti. Si apre una fase nuova in Italia e in Europa e noi intendiamo esserne protagonisti. Fino a un mese fa si discuteva di Flat tax, Minibot e Procedura di infrazione. Oggi i temi sono investimenti verdi, lavoro e asili nido».


 

Quanto al debito, «dobbiamo riportarlo su un percorso di riduzione». E per farlo è fondamentale rafforzare il contrasto all’evasione fiscale «anche grazie alla tecnologia», così come è opportuno battersi per politiche europee per la crescita. Lei punta molto sugli investimenti, come pensa di sbloccarli? «Farli ripartire è una priorità assoluta, puntando a innovazione e infrastrutture e con un focus particolare sulla sostenibilità ambientale e sociale».

«Sosteniamo l’idea di un Green New Deal presente nel programma del governo e della Commissione fondato su un piano straordinario di investimenti pubblici e privati. In questo quadro sarebbe opportuno che la quota di finanziamenti nazionali ricevesse un trattamento diverso da quello attuale e venisse scorporata dal calcolo del deficit strutturale».

«Il rapporto ambiguo e conflittuale della Lega con l’Europa ci è costato carissimo per i miliardi bruciati in termini di interessi sul debito, minore fiducia e minori investimenti, ma anche per una riduzione del peso politico dell’Italia a Bruxelles. Credibilità, coerenza e fiducia non solo possono darci un grande dividendo in risparmi sul pagamento degli interessi, ma sono anche decisive se si vuole incidere sulle grandi scelte europee».

Correremo ancora il rischio di una procedura Ue sul debito come a dicembre e a giugno? «Quell’epoca si chiude. Noi ovviamente discuteremo con l’Europa, ci saranno dei negoziati. Ma per affermare il nostro interesse nazionale in modo efficace bisogna sempre inserirlo nel quadro dell’interesse comune dell’Unione. Insomma, questo governo si batte all’interno delle regole ma si impegna anche per modificarle e migliorarle».

«La riforma del Patto deve essere vista nel quadro di un più generale completamento dell’Unione economica e monetaria. Penso in particolare al bilancio dell’eurozona, agli investimenti comuni, alla garanzia europea sui depositi bancari e alla istituzione di uno schema di assicurazione contro la disoccupazione».

«È importante mettere in modo credibile il debito su un sentiero di riduzione: sia sostenendo la crescita, sia garantendo la sostenibilità della finanza pubblica. Lo spread è già sceso molto, ma vogliamo ridurlo ancora di più per eliminare la spesa più inefficiente del nostro bilancio pubblico e liberare risorse per scuola, ricerca, infrastrutture. Faccio mia la lezione di Ciampi: credibilità, serietà e stabilità. Poi c’è anche la politica monetaria, che è fondamentale però da sola non può risolvere tutti i problemi».

Come valuta il taglio dei tassi appena annunciato da Mario Draghi? «Ancora una volta Draghi ha mostrato una straordinaria capacità di assumere le decisioni necessarie nel momento giusto. Le misure approvate dalla Bce per garantire un ampio grado di stimolo monetario sono molto importanti. Credo che questo intervento debba responsabilizzare ancor di più chi in Europa decide gli orientamenti della politica di bilancio».

Quanto alle tasse, Gualtieri spiega che «la sfida è avviare una riduzione della pressione fiscale con un orizzonte di intervento sui tre anni perché i provvedimenti seri non sono spot. Di annunci e cambi di annunci nell’ultimo anno ne abbiamo visti fin troppi». Dove troverete le risorse per ridurre la pressione fiscale? «Dal contrasto all’evasione fiscale, dal controllo rigoroso della qualità della spesa e da una revisione mirata degli incentivi fiscali».

La flat tax quindi è archiviata? «Assolutamente sì, archiviata. Non la faremo mai. Dava tanto a chi ha di più, mentre noi siamo il governo degli asili nido, degli investimenti e della riduzione delle imposte ai più deboli. Era ingiusta, sbagliata, insostenibile e incostituzionale perché violava la progressività, oltretutto alla base del modello sociale europeo insieme al welfare».

Quota 100 resta o verrà cancellata prima della scadenza? «In un quadro di risorse scarse l’intervento sulle pensioni andava fatto in modo diverso; ma è sbagliato modificare costantemente le regole del gioco in materia previdenziale. Quota 100 ha una durata triennale e l’orientamento è lasciare che vada a esaurimento».

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