Fico all’arrivo a Italia 5 stelle: «Alleanza con il Pd? Non mi interessa. Dobbiamo mettere da parte l’ego per evitare scissioni»

«Chi non trova sintesi, chi vuole avere sempre ragione e pensa solo al proprio ego porta a scissioni e contro-scissioni»

Sta per andare in scena la festa del decennale del Movimento 5 stelle. Roberto Fico, arrivato a Napoli per prendervi parte, si è soffermato con i cronisti su due punti chiave delle turbolenze interne al partito protagonista degli ultimi due governi italiani. L’attenzione per Fico va dirottata sul rischio di scissioni interne e non su un’alleanza più organica con i dem da estendere su tutto il territorio, dopo l’esperimento governativo e quello delle elezioni regionali umbre.


Patto non prioritario

Sull’accordo con il Pd, Fico ha subito chiarito che non è un tema prioritario: «Non mi sembra il caso di parlarne oggi, non c’è una questione nazionale in questo momento e non mi interessa questo discorso – ha detto, il 12 ottobre, il presidente della Camera -. In Umbria abbiamo fatto un accordo anche con altre liste civiche, dove il M5s e il Pd hanno fatto un passo indietro per far emergere la società civile. È un’operazione locale in un luogo dove c’erano delle difficoltà, e mi è sembrato un grande gesto di maturità da parte di entrambi».


Una sintesi di opinioni

La terza carica dello Stato si è soffermata anche sulla questione scissioni: «Chi non trova sintesi, chi vuole avere sempre ragione e pensa solo al proprio ego porta a scissioni e contro-scissioni. È l’ultima cosa che un movimento come il nostro deve avere – ha detto -. Bisogna uscire dalla questione della cultura dei dissidenti. È nell’equilibrio delle opinioni che ci sono i migliori movimenti politici, nelle sintesi si riesce a trovare la strada».

Basta dissidenti

Un tema caldo, quello delle scissioni, sul quale Fico ha voluto concentrare le sue dichiarazioni alla stampa: «Un movimento che è nato dal basso come il nostro e che vuole partecipare alla vita pubblica e dire la sua deve per forza di cose ascoltare tutte le sensibilità, le voci che sono al proprio interno. Non esiste dissenso, ma partecipazione e idee anche differenti. La grande bravura del M5s è quella di dare conto a tutti per fare in modo che non ci sia un tappo, ma una grande partecipazione. Dobbiamo andare avanti tutti insieme nelle differenze, cercando anche di affrontare temi su cui non siamo d’accordo. Il sale della democrazia è il dibattito pubblico. Basta dissidenti, va bene parlarne ma bisogna trovare le strade comuni».

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