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Bolivia, Evo Morales annuncia la vittoria, ma è giallo sullo stop notturno del conteggio dei voti. Scontri in piazza

22 Ottobre 2019 - 08:48 Redazione
Lo spoglio è ancora in corso e attualmente il presidente in carica è in vantaggio di 9,33%. Gli manca meno di un punto percentuale dunque per evitare il ballottaggio del 15 dicembre

Centinaia di manifestanti sono scesi per strada a La Paz e in altre città per protestare contro la rielezione di Evo Morales, al potere in Bolivia da 13 anni. Morales e il secondo classificato, il rivale Carlos Mesa, sembravano destinati al ballottaggio quando il conteggio dei voti è stato improvvisamente interrotto domenica. Una volta ripreso, Morales godeva di un margine di voti sufficientemente grande per vincere senza andare al ballottaggio. Ma l’annuncio della sua vittoria – ancora non definitiva con gli spogli in corso – ha portato a proteste e scontri nel Paese.

Lo spoglio ancora in corso

Il conteggio dei voti era stato interrotto dal Tribunale elettorale dopo lo spoglio dell’83,8% delle schede elettorali, con Morales in testa con il 45,3% e Mesa al secondo posto con il 38,2%, uno scarto insufficiente per evitare il ballottaggio, previsto nei casi in cui il divario fra i due candidati sia di almeno 10% o nei casi in cui uno dei due goda di una maggioranza assoluta.

Quando lo spoglio è ripartito lunedì, il divario era crescita a 46,85% per Morales contro 36,74%. Morales aveva dunque annunciato una sua imminente vittoria. Attualmente, secondo il sito ufficiale, i partiti sono fermi rispettivamente a 46,4% e 37,07%.

La Missione di osservazione elettorale dell’Organizzazione degli Stati americani (Oas), ha commentato augurandosi «che il calcolo finale dei voti rispetti la volontà degli elettori espressa alle urne». Carlos Mesa però ha dichiarato che non riconoscerà i risultati, frutto di una «vergognosa frode che porta la società boliviana a uno stato di inutile tensione».

Morales è al potere dal 2006, anno in cui è diventato il primo presidente indigeno del paese. Se sarà confermato il risultato delle elezioni, rimarrà al potere fino al 2025, nonostante nel paese ci sia un limite di due mandati consecutivi. Per partecipare alle elezioni Morales ha dovuto ottenere il permesso da parte del ramo giudiziario del paese. Apprezzato per le sue politiche sociali, soprattuto nel contrasto della povertà, Morales è stato criticato per aver aumentato le aree coltivabili per aumentare la produzione di carne destinata all’esportazione in Cina.

Gli Scontri

Proteste di piazza e scontri sono scoppiati in sei delle nove province della Bolivia, dopo l’annuncio da parte del Tribunale elettorale di una vittoria al primo turno di Morales. Una folla di sostenitori di Mesa hanno dato fuoco agli uffici elettorali di Sucre, la capitale costituzionale della Bolivia e sede della Corte Suprema.

Un filmato diffuso su Twitter da un giornalista collaboratore del Guardiano mostrano scene di tensioni tra i sostenitori di Morales e di Mesa avvenuti durante la notte a La Paz. Durante gli scontri sarebbe rimasto ferito anche il rettore della Universidad Mayor de San Andrés (UMSA), Waldo Albarracín. L’aggressione da lui subita è stata denunciata successivamente anche da Carlos Mesa su Twitter.

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