Hong Kong, il governo ritira del tutto la legge sull’estradizione. E Pechino ora vuole sostituire la governatrice

Secondo un’ipotesi del Financial Times, la Cina starebbe lavorando a un piano per sostituire Carrie Lam a marzo del 2020

Il governo di Hong Kong ha ritirato in via formale la controversa proposta di legge sulle estradizioni in Cina, causa delle importanti proteste partite a giugno. Il ritiro, arrivato a 6 mesi dalla prima lettura da parte del Parlamento, e a 8 mesi dall’annuncio del progetto, era stato anticipato un mese fa. L’annuncio è stato fatto a pochi giorni dalla ripresa dei lavori dell’Assemblea.


Le proteste contro la legge, violentemente represse dalla polizia, si sono trasformate nel corso delle settimane in manifestazioni anti-governative e pro-democrazia, mirate a ottenere riforme come il suffragio universale.


Cina pronta a sostituire Lam?

Intanto, stando a quanto riportato dal Financial Times, la Cina starebbe mettendo a punto un piano per sostituire a marzo 2020 la governatrice Carrie Lam con una nomina ad interim.

Il piano, secondo fonti anonime sentite dal quotidiano di Londra, dipenderebbe dalla situazione nella città e dal ritorno alla calma, in modo da evitare che il cambio possa apparire come una resa alle violenze. Se il presidente Xi Jinping dovesse optare per il cambio, il sostituto di Lam dovrebbe essere nominato entro marzo: tra i candidati, Norman Chan, ex capo della Hong Kong Monetary Authority, ed Henry Tang, che ha servito come segretario alle Finanze e segretario capo per l’amministrazione.

In merito all’ipotesi del Financial Times, il Ministero degli Esteri cinese ha smentito, dichiarando che si tratta solo di «rumor politici con motivi reconditi».

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