Capitano Ultimo senza scorta: «Ho arrestato Riina, potrei essere ucciso ogni giorno»

«Ogni giorno penso che qualcuno possa venirmi ad ammazzare. Ogni giorno lo penso, mi guardo intorno e sto attento. Ogni giorno sono pronto»

In un’intervista a Giulio Golia de Le Iene, Sergio De Caprio, meglio conosciuto come Capitano Ultimo, denuncia di essere stato lasciato solo dallo Stato: «Ogni giorno penso che qualcuno possa venirmi ad ammazzare. Ogni giorno lo penso, mi guardo intorno e sto attento. Ogni giorno sono pronto». Capitano Ultimo è il colonnello dei carabinieri che il 15 gennaio 1993 mise le manette a Totò Riina, il capo dei capi, al vertice di Cosa nostra. Il militare commenta così la decisione dell’ufficio centrale interforze per la sicurezza personale che ha disposto la revoca della scorta per «mancanza di segnali di concreto pericolo». «Hanno fatto una cosa gravissima, hanno dichiarato che non c’è pericolo da parte di Cosa nostra e che non è più una struttura pericolosa», ha detto il colonnello che si è detto «umiliato» per la situazione che si è venuta a creare.


La revoca della scorta

A fine 2018 a Ultimo viene revocata la scorta. Lui fa appello al Tar e il tribunale gli restituisce la protezione chiedendo, però, al Viminale una valutazione più approfondita. Ed ecco che il ministero dell’Interno ha risposto: Capitano Ultimo non ha bisogno di quella scorta.


La petizione

Vola a oltre 76mila firme la petizione su Change.org per chiedere «il reintegro immediato della scorta» al colonnello Sergio De Caprio. «Si tratta di una decisione sporca, laida e suicida. Che deturpa, ferisce e umilia un grande uomo dello Stato», si legge nel testo della petizione.

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