Antisemitismo, Mattarella: «Non abbassare la guardia sui tentativi di riscrivere la storia per interessi personali» – Il video

Intervenendo al Quirinale per la cerimonia di consegna delle insegne dell’ordine militare, il capo dello Stato ha lanciato un monito: «Non abbassare la guardia»

Sulla mozione proposta dalla senatrice a vita Liliana Segre e passata con 151 voti favorevoli e 98 astenuti è arrivato anche il commento e il monito di Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica dopo le divisioni emerse ieri a Palazzo Madama tra i senatori sulla mozione, giudicata dalla Lega strumentale. L’intero centrodestra è anche rimasto seduto in occasione della standing ovation che l’aula di Palazzo Madama ha dedicato alla senatrice a vita. Mattarella ha invitato a «non abbassare mai la guardia» e «non sottovalutare i tentativi che negano o vogliono riscrivere la storia contro l’evidenza allo scopo di alimentare egoismi, interessi personali, discriminazioni e odio».


«Antidoto è nel dialogo»

Mattarella, intervenendo al Quirinale alla Cerimonia di consegna delle insegne dell’ordine militare d’Italia ha detto che «L’antidoto a queste immani tragedie – ha aggiunto – è soltanto nella memoria, nel dialogo, nel rispetto, nell’inclusione e nella comprensione reciproca». Il capo dello Stato ha ricordato «gli orrendi episodi accaduti 75 anni or sono lungo quasi tutta la penisola. Tante vite spezzate nei crudeli eccidi perpetrati dalle truppe e milizie nazi fasciste, spesso compiuti nella più agghiacciante violenza e spregio della vita persino dei bambini. A quegli eccidi si sono aggiunte le aberranti vicende ad opera di alcuni reparti delle forze alleate che come talvolta accade in guerra, avevano smarrito ogni senso di umanità».


Vaticano: «Riflettere sui valori fondamentali»

Critico sulla presa di posizione del centrodestra anche il Segretario di Stato del Vaticano, Pietro Parolin: «Mi preoccupa, nel senso che su alcune cose, su valori fondamentali dovremmo essere tutti uniti. Ci sono cose su cui dovremmo convergere”, dice il cardinale. «Io penso che l’invito sia a riflettere sui valori fondamentali. Ci vogliono basi comuni. Poi naturalmente anche qui c’è il pericolo di politicizzare tutto ciò e dovremmo davvero uscire da questo».

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