La conta del danno – 1° episodio

Parte il contatore degli episodi di discriminazione con l’inizio del 2020

Questo è un esperimento: d’ora in poi, con una cadenza costante di più o meno dieci giorni terremo il conto di tutti gli episodi di razzismo, omofobia, sessismo, antisemitismo, aggressioni social, aggressioni fisiche di cui veniamo a conoscenza. L’asticella sarà fissata su notizie che siano finite sulle principali agenzie di stampa. È un work in progress, gli indicatori potrebbero cambiare nel corso del tempo. Ma vogliamo provare a monitorare in prima persona il fenomeno, senza affidarci a contatori e indicatori che spesso si sono rivelati imprecisi (quindi critiche – costruttive  – sono ben accette). Perché? Abbiamo deciso di fare questa conta perché ogni giorno su tutti i media, noi compresi, si da notizia di episodi di discriminazione di vario genere. Ma la visione complessiva di quello che accade si perde, le statistiche – le poche pubblicate – vengono contestate, i numeri oscillano la visione del fenomeno anche di più. Ultima indicazione. I contatori non sono sovrapponibili. Da un lato teniamo il conto complessivo, dall’altro lo facciamo per categorie, dunque può accadere che un fatto cada in più categorie. Per capirci, che lo stesso episodio sia un caso di apologia del fascismo/nazismo, sia di antisemitismo o razzismo.


I primi dieci giorni: 5 episodi

Che cosa è successo: Nei primi dieci giorni dell’anno, gli episodi di cui più abbiamo sentito parlare in termini di razzismo, intolleranza e altre cose che cadono nella categoria che abbiamo scelto di analizzare sono stati 5. 


  • Arturo Scotto ex deputato e membro di Mdp Articolo 1 è stato aggredito in piazza a Venezia la notte di Capodanno. Si trovava a piazza San Marco e ha chiesto a un gruppo di ragazzi che urlavano «duce, duce«» e «Anna Frank l’abbiamo messa in un forno» di smetterla. Hanno picchiato lui ed un ragazzo che era intervenuto in soccorso.
Ansa | Jasmine Cristallo
  • Jasmine Cristallo una delle leader delle Sardine (il gruppo originario bolognese) ha partecipato a una manifestazione a Riace in solidarietà con Mimmo Lucano, il 6 gennaio scorso. Il sindaco della città, che aveva ricevuto la sua richiesta di “autorizzazione” ad occupare una piazza, con tutti i dati sensibili che la riguardano, compreso numero cellulare e indirizzo di domicilio, ha postato sui social il documento di fatto incitando i suoi seguaci all’insulto libero.
  • A Bergamo il 4 gennaio un buttafuori ha rifiutato l’ingresso in discoteca a tre ragazzi perché «di colore». Inizialmente la discoteca aveva annunciato di averlo allontanato, ma la notizia è stata poi smentita.
  • Mario Balotelli è stato preso a fischi mentre giocava una partita (Brescia – Lazio) il 5 gennaio. La squadra laziale ha preso le distanze dall’episodio dichiarando: «Come sempre avvenuto in passato la S.S.Lazio si dissocia nella maniera più tassativa dai comportamenti discriminatori messi in atto da una sparutissima minoranza di tifosi nel corso della partita con il Brescia». La società è stata comunque multata per 20mila euro.
  • A Como, il 7 gennaio scorso, l’autista di un autobus che aveva saltato la fermata ha chiesto ad una ragazza di 14 anni che gli faceva segno di fermarsi il documento di identità per essere «sicuro che fosse italiana». L’azienda dei trasporti locali ha aperto un’indagine interna. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Sergio De Santis, pur non negando l’episodio, ha dichiarato: «Questa immagine degli autisti dei pullman di Como, spietati razzisti, io non la condivido per nulla».

Il razzismo negli stadi

Ansa | Mario Balotelli

Il giocatore del Brescia Mario Balotelli è stato spesso vittima di episodi di razzismo e non c’è quasi partita in cui le contestazioni per il suo gioco non si mescolino a commenti apertamente razzisti. La vicenda recente di cui si è discusso di più è, probabilmente, quella avvenuta dopo la partita contro l’Hellas Verona, lo scorso 3 novembre, quando il capo ultras Castellini – leader di Forza Nuova per il Nord Italia – dichiarò che Mario Balotelli ha la cittadinanza ma non potrà mai essere del tutto italiano.

È un caso? Pare proprio di no. Tra i tanti report che si occupano di calcio e razzismo, scegliamo di affidarci a quello recentemente elaborato dall’associazione calciatori italiani, per scelta del presidente Damiano Tommasi.

Il contesto: I numeri contenuti sono abbastanza impressionanti. Il documento (che potete leggere integralmente qui) spiega che il razzismo nel calcio italiano cresce. Che si registra soprattutto nel Nord Italia ma la città più razzista – sempre parlando di calcio – è Roma, così come la regione con più episodi è il Lazio, mentre la seconda è la Lombardia.

Guardando al dato nazionale, il 66% degli episodi di razzismo avviene sugli spalti, il 34% in campo. Il che vuol dire che le regole sugli steward che controllano le curve funzionano ben poco.

⚡ Non solo. Uno dei dati più allarmanti contenuti in questo report è che dopo il campionato di Serie A a registrate il numero maggiore di casi di razzismo non sono le serie B o C, ma i campionati giovanili, pulcini compresi.

Photo by Sharon McCutcheon from Pexels

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