La Conta del danno – 4° episodio

Sei casi di violenza fisica in dieci giorni. Sono tutti legati al “razzismo da corona virus”

Non calano i casi di razzismo legati al Coronavirus. E anzi sono quelli che più facilmente si trasformano in aggressioni violente. E’ quello che stiamo imparando in questa nuova fase del nostro esperimento che punta a registrare, ogni 10 giorni, tutti gli episodi di razzismo, omofobia, violenza di genere, rievocazione del nazifascismo, antisemitismo, aggressioni fisiche e social legate all’intolleranza (qui potete leggere i criteri che ci siamo dati ad inizio anno).


Un altro fenomeno si è fatto strada in questi giorni: in occasione della celebrazione della giornata in memoria delle vittime delle foibe, ci sono stati episodi di odio anche contro chi conserva il ricordo di quei fatti (anche se non si assiste ad un fenomeno diffuso come quello attorno alla Giornata della Memoria). Abbiamo inserito quindi una nuova categoria, visto che la Conta del danno è un work in progress valuteremo in seguito la sua rilevanza.


Vediamo quindi com’è andata.

Dieci giorni, 16 episodi

Che cosa è successo. Molti episodi di razzismo. E un dato allarmante: il numero più alto di aggressioni fisiche da quando abbiamo iniziato la Conta, ben sei in dieci giorni. Le aggressioni fisiche sono state sempre collegate a quello che potremmo chiamare il “razzismo da corona virus”.

  • Il 2 febbraio Forza Nuova ha diffuso dei volantini in alcune città del Nord, titolati “Coronavirus? Compra italiano” invitando ad acquistare oggetti prodotti in Italia come “dovere morale” e per vivere in “sicurezza”.
ANSA |Il sindaco di Bologna Virginio Merola
  • Il 7 febbraio a un bambino rientrato dalla Cina da più di due settimane e che era stato in una zona ad 800 chilometri da Wuhan è stato impedito di tornare a scuola. E’ accaduto a Foggia.
  • Sempre il 7 febbraio a Cagliari un ragazzo ha denunciato di essere stato aggredito mentre era sull’autobus. E’ un giovane filippino ma pensa di essere stato aggredito perché scambiato per cinese: ha avuto una prognosi di 30 giorni.
  • Ancora il 7 febbraio, una ragazza cinese di Avellino ha raccontato ad una tv locale di essere stata chiamata “coronavirus”. Un suo collega al conservatorio campano è stato picchiato.
  • Il 7 febbraio a Pomezia è stata imbrattata una targa in memoria delle vittime delle foibe. A denunciare il fatto Giorgia Meloni.
https://twitter.com/GiorgiaMeloni/status/1225745774316838913?s=08
  • L’8 febbraio scritte e falci e martello sono state trovate sul marciapiede antistante una lapide in memoria delle vittime delle foibe a Casale Monferrato.
Foto da Il Monferrato
  • L’8 febbraio a San Daniele del Friuli è stata trovata una svastica proprio accanto al portone dell’abitazione appartenuta ad Arianna Szörényi, deportata nel 1944.
  • Il 9 febbraio qualcuno si è introdotto nel palazzo di Marcello Segre, a Torino e ha dipinto una svastica sul suo campanello. Segre è un attivista per i diritti umani e appartiene alla comunità ebraica.
  • La notte tra il 9 e il 10 febbraio, a Palermo, un ragazzo è stato aggredito e chiamato “ne**o”. “Essere nero o bianco che senso ha?” ha scritto lui.
  • La notte tra il 9 e il 10 febbraio l’organizzazione Azione frontale ha affisso un manifesto con su scritto “Partigiano assassino” sulla sede dell’Anpi di Genova, citando alcuni omicidi avvenuti dopo la guerra. Il 10 è stata celebrata la giornata del ricordo delle vittime delle Foibe.
  • Il 10 febbraio, un gruppo di tifosi dell’Hellas Verona ha cercato di entrare allo stadio di Bologna con addosso dei berretti inneggianti ad Adolf Hitler. Hanno subito il Daspo.
ANSA | Una foto di alcuni anni fa della curva dell’Hellas Verona
  • Il 10 febbraio il consigliere leghista di un comune in provincia di Vicenza ha accusato la modella  Maty Fall di non essere davvero italiana perché nera. E’ stato costretto alle dimissioni, anche Zaia ha preso le distanze.
  • Un gruppo di ragazzi cinesi a Roma è stato aggredito e preso a insulti nella zona Don Bosco. Sempre il 10 febbraio.

Cosa succede in Piemonte

Tra i tanti episodi di antisemitismo, uso di simboli nazisti, attacchi personali, probabilmente i più inquietanti sono avvenuti in Piemonte. Sia nel caso della svastica disegnata davanti alla casa di Marcello Segre, sia nel caso della signora che ha trovato una scritta “crepa sporca ebrea nel pianerottolo di casa” (l’abbiamo raccontato nella terza puntata de La conta del danno) l’azione ha attratto l’attenzione degli investigatori della Digos di Torino.

Perché chiunque ha agito, sapeva non solo dove vivono le due vittime di quella che è comunque una vera e propria aggressione. Ma è riuscito ad entrare nel palazzo e a trovare l’appartamento giusto. Per questo, gli investigatori hanno confermato ad Open che le indagini sui recenti episodi partono in particolare da questi due fatti.

A luglio, proprio a Torino, ci sono state ben due indagini importanti collegate ad ambienti di estrema destra: all’inizio del mese, il 9, sono state perquisite le abitazioni di una organizzazione chiamata Legio Subalpina, guidata da un ragazzo di ventotto anni, Carlo Fabio D’Allio.

Sempre nelle stesse settimane è stato arrestato un sessantenne di Gallarate, secondo una prima ricostruzione in passato militante di Forza Nuova e candidato al Senato nel 2001 (lui, però, ha dichiarato di non essere mai stato iscritto a Forza Nuova e di aver cercato di essere eletto come indipendente, ha ricostruito l’Agi). Nelle sue due abitazioni, nella stessa Gallarate e al mare, in Toscana, è stato trovato un consistente arsenale di armi, oltre a svastiche e materiale propagandistico del Reich e delle SS.

Del Bergiolo, ex funzionario delle Dogane, aveva armi anche abbastanza complesse come un missile aria aria, di fabbricazione francese, che avrebbe tentato di vendere ad un reduce del Donbass. Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, ha dichiarato che i missili di Del Bergiolo erano diretti a lui: «L’ho segnalata io – afferma il ministro dell’Interno, a margine della visita a Genova – Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno». Questa ricostruzione non è però mai stata confermata dagli inquirenti.

Cosa avesse davvero in testa Del Bergiolo, se fosse solo o avesse attorno un gruppo, non è ancora chiaro. L’indagine che lo riguarda è stata spezzata in due tronconi e sulle armi sono in corso delle perizie.

Photo by Toa Heftiba on Unsplash

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