Raid neonazista in un bar del Bresciano: la vetrina rotta, la svastica e la scritta «T***a, ne**a»

L’agguato nel giorno della memoria. Il bar è gestito da una donna di origini marocchine nata in Italia: «Non so se riaprirò il bar. Ora sono spaventata e turbata»

La scorsa notte un bar di Rezzato, nel Bresciano, è stato preso di mira da alcuni vandali che, dopo aver rotto la vetrina, hanno lasciato una scritta sul pavimento: «T***a, n***a» con accanto una svastica disegnata al contrario. Succede nella giornata di memoria. L’esercizio pubblico è gestito da una donna di origini marocchine, nata in Italia, di 36 anni. Sulla vicenda stanno indagando gli agenti della Digos.



Cosa è successo

«Durante la scorsa notte ignoti si sono introdotti in un bar di Rezzato sfondando le vetrine e imbrattando i pavimenti con segni e scritte ingiuriose rivolte alla titolare» si legge sulla pagina Facebook Rezzato Democratica.

«Segni che stridono con la giornata di oggi dedicata alla memoria delle vittime della Shoah e delle tremende conseguenze del razzismo innalzato a ideologia. Vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza – si legge ancora nel post – alla titolare condannando con nettezza questo atto vile e razzista. Siamo convinti che le forze dell’ordine sapranno individuare al più presto i responsabili perché questo gesto violento non resti impunito».

Parla la proprietaria del bar

«Non so se riaprirò il bar. Ora sono spaventata e turbata. Mi ha colpito che nessuno negli appartamenti vicini abbia sentito i rumori e denunciato», queste le parole di Madiha Khtibari, proprietaria del bar di Rezzato, all’Ansa. La donna, che ha chiuso temporaneamente l’attività, ha raccontato di aver ricevuto spesso «apprezzamenti insistenti dai clienti e anche minacce verbali»: «Per questo preferivo sempre farmi accompagnare all’apertura e alla chiusura del bar».

Intervistata da Radio Popolare, Madiha ha spiegato di aver trovato il bar «in uno stato indescrivibile»: «Tutte le vetrate spaccate, delle scritte sia all’interno che all’esterno. Ho un portico fuori con i tavolini, e le tende erano state lacerate con dei taglierini, praticamente smembrate. Dentro le bottiglie erano state rotte, con i bicchieri buttati per terra e i frigo svuotati».

Un danno ingente secondo la donna: «Prima che le assicurazioni si mettano in moto ci vorranno un paio di settimane. A livello economico non so quantificare i danni. Non so neanche se potrò riaprire, perché dopo una cosa del genere non me la sento». «È un bar frequentato da uomini – ha concluso – e io sono una donna, magari c’è qualcuno che esagera quando beve. Tante volte magari non ci fai neanche caso, per disattenzione o per routine. Poi succede questo e allora ti si accende la lampadina di pericolo, e capisci che forse il gioco non vale la candela».

Presidio di solidarietà davanti al bar

L’associazione Diritti per tutti e il Centro sociale autogestito Magazzino 47, insieme a un gruppo di abitanti di Rezzato, ha organizzato per domani, 28 gennaio alle 18.30, un presidio di solidarietà davanti al bar «anche per raccogliere fondi con un aperitivo antirazzista, antifascista e antisessista per aiutare Madiha a ripartire».

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