La presidente della comunità ebraica: «L’odio sui social ha fatto rinascere e trasformare l’antisemitismo»

«Vie intitolate ad Almirante, braccia tese negli stadi, la parola ebreo usata in chiave dispregiativa, professori negazionisti come quello di Siena, chi rievoca i protocolli di Sion», dice preoccupata Dureghello

«L’antisemitismo si è evoluto, è cambiato, si è trasformato». Il 23 gennaio, al museo della Shoah Yad Vashem di Gerusalemme, capi di Stato provenienti da tutto il mondo si sono incontrati per la commemorazione dei 75 anni dalla liberazione del campo di Auschwitz-Birkenau. Per questa occasione Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica di Roma, ha rilasciato un’intervista a la Repubblica. Poche parole in cui lascia trasparire la sua delusione per il ritorno di quelli che il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha definito a Gerusalemme «gli spiriti del male».


«L’antisemitismo ha cambiato le sue manifestazioni e ci preoccupa: vie intitolate ad Almirante, braccia tese negli stadi, chi rievoca i protocolli di Sion, la parola ebreo usata in chiave dispregiativa, professori negazionisti come quello di Siena». E, in parte, questo è anche causa dell’hate speech diffuso in rete: «L’escalation del linguaggio dell’odio soprattutto sui social ha sdoganato frasi che sembravano relegate alle chiacchierate informali».


Il convegno della Lega e le parole di Salvini sui musulmani

Il 16 gennaio la Lega ha organizzato un convegno sull’antisemitismo, un evento a cui Ruth Dureghello è stata invitata ma non ha partecipato: «Trecento ragazzi mi aspettavano a Frosinone, non avevano mai parlato con la comunità ebraica. Non volevo sacrificare quell’impegno». La presidente della comunità ebraica di Roma risponde anche a Matteo Salvini e alle sue affermazioni sul fatto che l’antisemitismo sia colpa degli immigrati di fede musulmana: «È una visione parziale, una parte del fenomeno che non aggiunge nulla a quanto già sappiamo. L’antisemitismo sta riemergendo».

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