Coronavirus, la guerra delle cifre sui contagi. Burioni: «Dati sottostimati. In Cina raddoppiano ogni 6 giorni»

Sulla base degli ultimi dati emersi, per il virologo il picco dell’epidemia è atteso tra aprile e maggio

Le morti accertate sono finora 106 e i casi di contagio sono quasi raddoppiati nelle ultime 24 ore, passando dalle 2744 unità di ieri a 4515. Sono i numeri che arrivano dalla Cina in merito al Coronavirus. Ma, per Gabriel Leung, presidente della facoltà di medicina dell’Hong Kong University, i dati sarebbero molto più alti. «Come già accaduto ai tempi della SARS, le notizie affidabili non arrivano dalla Cina, ma da altri Paesi», scrive il noto virologo Roberto Burioni sul suo sito. Citando Leung, «uno dei più grandi esperti al mondo di sanità pubblica», nella data di sabato 25 gennaio il numero di persone infette dal coronavirus nella sola Wuhan ammonterebbe a 44mila, ponendo cosi dei seri rischi per «un’epidemia globale».


Anche l’Imperial College di Londra ha confermato questo trend negativo. Secondo una ricerca dell’università inglese ogni persona avrebbe infettato in media altre 2,6 persone fino al 18 gennaio 2020. Al momento, si ritiene «che il numero d’infetti raddoppi in Cina ogni 6 giorni Il picco dell’infezione». Per Burioni, nel caso venissero confermati questi numeri, il picco è atteso tra aprile e maggio. Un rischio di diffusione che la stessa organizzazione mondiale della sanità considera «elevato», ammettendo un errore nei suoi precedenti rapporti in cui riferiva che il rischio fosse «moderato».


L’ultimo rapporto dell’organismo Onu, diffuso domenica sera, ha rilevato un rischio «molto alto in Cina, alto a livello regionale e alto a livello globale». In una nota aggiunge che nelle comunicazioni dei giorni precedenti era stato detto «erroneamente» che il rischio era «moderato», ha spiegato la portavoce Fadela Chaib. Ma, tra i Paesi occidentali l’Italia è «la più fornita e la più attenta», ha dichiarato il Direttore generale aggiunto dell’Oms, Raniero Guerra, riguardo le misure del nostro Paese per fare fronte al virus cinese in una intervista al Tg1.

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