Coronavirus, in Giappone blocco alla frontiera per i casi infetti. Usa, stop ai viaggi in Cina per gli americani

Il governo di Tokyo farà scattare da domani, sabato 1 febbraio, l’obbligo di ricovero per le persone infette

Il premier giapponese Shinzo Abe ha deciso di bloccare l’ingresso nel Paese a chiunque verrà riscontrato di aver contratto il coronarivus cinese. Finora in Giappone sono 14 i casi confermati. Gli ultimi tre riguardano nello specifico una studente cinese di circa 20 anni che vive nelle prefettura di Kyoto, un cittadino straniero di 50 anni residente nelle regione a ovest di Mie e un autista di pullman di 30 anni proveniente dalla provincia cinese dell’Hubei.


Il ministero della Salute nipponico ha precisato che il Giappone non attraversa una fase in cui si può affermare che il virus si stia diffondendo velocemente, ma raccomanda alla popolazione di prendere le dovute preoccupazioni comuni a tutte le malattie infettive come l’influenza e il raffreddore. Il governo intanto ha anticipato a questo sabato l’implementazione delle misure che consentono alle autorità l’obbligo del ricovero in ospedale per le persone infette.


Nel frattempo, un terzo volo charter che trasportava 149 cittadini giapponesi residente nell’Hubei è atterrato all’aeroporto di Tokyo Haneda nella prima mattinata di giovedì. L’esecutivo ha riferito che altri 300 connazionali ancora a Wuhan hanno espresso la volontà di poter tornare in Giappone.

Stretta ai viaggi in Cina per gli americani

Gli Stati Uniti intanto hanno invitato i cittadini americani a non viaggiare in Cina. Il Dipartimento di Stato ha avvertito che potrebbero essere introdotte: «restrizioni di viaggio senza preavviso. I vettori commerciali hanno tagliato o sospeso le rotte da o verso la Cina», spiega la diplomazia americana sul suo sito web. Gli americani «attualmente in Cina dovrebbero esplorare la possibilità di lasciare il Paese con mezzi commerciali. Il Dipartimento di Stato ha chiesto che tutti i dipendenti non essenziali del governo degli Stati Uniti rimandino i loro viaggi in Cina a causa del nuovo coronavirus», ha aggiunto il dipartimento di Stato.

Il livello di allerta americano per la Cina è ora 4 su una scala di 4, lo stesso livello di paesi come l’Afghanistan, l’Iraq o l’Iran. Washington aveva già alzato l’allerta lunedì, chiedendo ai suoi cittadini di evitare di andare in Cina. Secondo le statistiche ufficiali cinesi, quasi 2,5 milioni di viaggiatori dagli Stati Uniti sono entrati in Cina nel 2018. Nello stesso anno ci sono stati quasi 3 milioni di arrivi negli Usa dalla Cina, secondo il National Tourist Board statunitense.