Cina, segnalò in chat il coronavirus a dicembre. Il retroscena sulle minacce al medico: «Non parlare. Disturbi l’ordine sociale»

Una conversazione su Wechat sulla diffusione del virus era stata intercettata da Pechino. Un medico “avvertito” il giorno dopo da una visita della polizia

Con il crescere del numero delle vittime e dei contagiati, crescono anche le domande attorno al virus arrivato dalla Cina. A metà gennaio il governo cinese ha reso nota l’esistenza del Coronavirus, isolando la città di Wuhan, focolaio dell’epidemia e attuando tutte le misure di sicurezza necessarie. Ma, mentre in tutto il mondo aumenta il numero di contagi fuori dalla Cina, arrivano nuove indiscrezioni sulla presunta negligenza del governo cinese.


Il 30 dicembre scorso, su un gruppo Wechat chiamato «University of Whuan, clinic 2004» un certo Li Wenliang manda questo messaggio: «Confermati 7 casi di Sars provenienti dal mercato di frutta e pesce». E’ quanto riportato da La Stampa. Il medico Li mette in chat la diagnosi e le foto dei polmoni di alcuni pazienti.


«I pazienti sono ora isolati nella sala di emergenza», scrive Li. Ma il pericolo sembra non essere il virus: «Stai attento, il nostro gruppo wechat potrebbe essere cancellato». L’ultimo messaggio che si legge è di Li: «Confermato che si tratta di coronavirus, ora stiamo cercando di identificarlo, fate attenzione, proteggete le vostre famiglie», scrive un altro membro del gruppo.

Il 3 gennaio, pochi giorni dopo lo scambio di messaggi, Wenliang riceve la visita della polizia che arriva in casa con una «nota di ammonizione». Un lungo testo che più che ammonire, sembra volerlo mettere in guardia: «Stai diffondendo parole non veritiere in rete. Il tuo comportamento ha gravemente disturbato l’ordine sociale. Hai violato il regolamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza».

Nonostante i tentativi del governo di mettere a tacere la scoperta di Wenliang, la notizia si è già diffusa tanto che il 24 gennaio Lancet rinferisce che dal 1 all’11 gennaio i medici contagiati sono già 7 su 248 totali. Ma è solo il 20 gennaio che il comitato di salute cinese confermerà che il virus può diffondersi da persona a persona.

Il 23 gennaio scatta così l’isolamento totale della città di Wuhan, un isolamento ordinato dalle 2 ma che non verrà implementato fino alle 10. Anche il medico Li Wenliang finisce in ospedale, contagiato così come la sua famiglia dal Coronavirus.

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