Coronavirus, psicosi a Malpensa. Il commento a una comitiva di cinesi: «Se ne stiano a casa loro, perché viaggiano?» – Foto

La paura per il diffondersi dell’epidemia serpeggia nell’aeroporto milanese, dove non mancano i passeggeri che indossano una mascherina

C’è un clima pesante, a tratti surreale, all’aeroporto di Milano Malpensa, in tempi di epidemia del Coronavirus. Stamattina si respira un’aria diversa. Non solo cittadini cinesi ma anche giovani coppie italiane e persino famiglie indossano le mascherine, quelle che vanno a ruba nelle farmacie, e che ormai sono davvero introvabili, nemmeno a volerle ordinare. In sala d’attesa, in fila al gate e persino sull’aereo.


Tutti hanno paura di tutti. C’è soprattutto molta diffidenza nei confronti dei passeggeri di nazionalità cinese, quasi fossero degli untori, e non invece delle vittime di un’epidemia che ha messo in ginocchio il loro Paese tra oltre 250 morti, 11mila contagiati ed economia al collasso.


«Continuano pure a viaggiare, se ne stiano a casa loro» dice una giovane passeggera italiana, inorridita dalla presenza di una comitiva di cinesi, tutti rigorosamente con mascherina, nera, quella più elegante, che in realtà non è così inusuale vedere indossata dai cittadini cinesi già in altri tempi. Al di là del coronavirus.

Cittadini cinesi che adesso acquistano decine di mascherine, o almeno quelle che riescono a trovare, da spedire in Cina dove sono del tutto esaurite, come spiegato a Open da un farmacista della Chinatown milanese.

Una psicosi che inevitabilmente travolge gli aeroporti, luogo di transito dei turisti cinesi. E non mancano certo gli episodi di razzismo, come quelli raccontati da Francesco Wu, referente per l’imprenditoria cinese di Confcommercio, riferiti a Open: dalla cittadina cinese che non ha potuto prendere il taxi al caso di due turisti, sempre di nazionalità cinese, ricoperti di insulti a Firenze.

Foto di Open

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