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Coronavirus, chiuse le università lombarde. Il governo si confronta con le opposizioni per un decreto – Tutti gli aggiornamenti

22 Febbraio 2020 - 22:30 Redazione
Dopo due vittime tra Lombardia e Veneto, il numero dei contagi sale nel Nord Italia di ora in ora

Due casi di contagio da Coronavirus a Milano. Il primo è ricoverato all’Ospedale San Raffaele e, dopo le anticipazioni della stampa, è stato confermato dal governatore Attilio Fontana. Si tratta di un residente di Sesto S. Giovanni di 78 anni, ricoverato da circa una settimana: sotto osservazione i medici e gli infermieri che sono stati a contatto con lui. In Lombardia i casi di contagio sono 54. Quasi 80 quelli in tutto il Nord.

Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto, ha spiegato: «Sono in corso le ricostruzioni per capire quali contatti abbia avuto l’uomo nell’ultimo periodo, cercando di stabilire se abbia avuto contatti con i contagiati legati al focolaio lodigiano». Il secondo caso invece arriva da Mediglia, a Sud di Milano. Un uomo di 71 anni era ricoverato all’ospedale di Melegnano e ora sarebbe stato trasferito all’Ospedale Luigi Sacco, punto di riferimento per le malattie infettive. Sono già in corso i controlli per verificare tutti i contatti che ha avuto negli scorsi giorni.

Il primo cittadino di Mediglia, Paolo Bianchi, ha subito rilasciato una dichiarazione: «Non so chi sia, non so niente, ho letto la notizia sui giornali». Il sindaco della città, circa 12mila abitanti, già ieri aveva annullato tutti gli «eventi aggregativi» sul territorio.

Il governo al lavoro sul un decreto legge per il coronavirus. Sentite anche le opposizoni

Secondo le notizie riferite dall’agenzia stampa Ansa, il consiglio dei ministri starebbe lavorando ad un decreto leggo con una serie di misure per contenere la diffusione del coronavirus. Si parla di chiusura delle scuole, sospensione delle manifestazioni e attività lavorative. In discussione ci sarebbe anche l’ipotesi di utilizzare uomini della polizia e dell’esercito per far rispettare le prescrizioni.

Al momento si sa che il governo ha sentito anche il le forze di opposizioni prima di arrivare alla stesura finale del decreto. Matteo Salvini ha dichiarato: «La Lega è stata interpellata. Abbiamo chiesto, come facciamo da un mese, misure drastiche per contrastare il virus. Le polemiche le lasciamo agli altri, a noi interessa la salute dei cittadini». Giorgia Meloni ha ribadito la massima collaborazione di Fratelli d’Italia: «Fratelli d’Italia è stato contattato dal Governo per l’emergenza coronavirus. Abbiamo ribadito la nostra massima collaborazione per tutelare la salute dei cittadini e per sostenere ogni misura utile a contenere il contagio».

Le università lombarde sospendono tutte le loro attività didattiche

Dal 24 al 29 febbraio le attività didattiche delle università lombarde verranno sospese. A comunicarlo è Renzo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università degli Studi di Bergamo e presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Lombarde. Si legge in una nota ufficiale: «Riteniamo che, in assenza di diverse indicazioni da parte delle Autorità, tutte le attività potranno riprendere lunedì 2 marzo». Rinviate anche le sedute di laurea e gli esami: ogni sede deciderà quando posticiparli. La chiusura delle università è stata decisa anche in Veneto, annunciata dal governatore Luca Zaia. Anche l’Università di Ferrara, in Emilia Romagna, ha optato per la stessa scelta.

Il paziente zero non era il paziente zero

Un uomo appena tornato dalla Cina, con cui il 38enne di Codogno aveva cenato. Era lui, secondo i primi sospetti, ad essere il paziente zero, l’origine dei focolai di coronavirus nel lodigiano. Eppure ora è arrivata la conferma definitiva, non è stato lui a far partire l’ondata di contagi in Nord Italia. Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha spiegato: «Dai test effettuati è emerso che non ha sviluppato gli anticorpi». Al primo test per il coronavirus era già risultato negativo. Proseguono le ricerche quindi per capire come il coronavirus sia arrivato in Lombardia.

Il caso all’ospedale di Crema

A Cremona sono tre i casi accertati di coronavirus. L’ultimo è un anziano residente a Soresina, già ricoverato da alcuni giorni all’ospedale di Crema. Ignote le ragioni del contagio: le procedure di identificazione dei contatti diretti sono già state avviate.

Emilia Romagna, tre casi di contagio a Piacenza

Secondo la Gazzetta di Reggio ci sarebbero tre casi di contagio anche a Piacenza, tutti contagiati dal focolaio lombardo. Si tratterebbe di un cittadino lombardo di Maleo, in provincia di Lodi, e dell’infermiere addetto al triage all’ospedale di Codogno che si è preso cura del paziente 1. L’uomo, piacentino, si era messo in isolamento volontario in casa, dove vive da solo. Ambedue erano già ricoverati presso l’ospedale della città e sono in buone condizioni.

Il primo contagio in Piemonte

Un primo contagio di coronavirus è stato registrato in Piemonte. I test, che hanno dato esito positivo, sono stati svolti a Torino dagli specialisti dell’ospedale Amedeo di Savoia. È il primo caso di positività nella regione. L’assessore alla Sanità della regione Piemonte, Luigi Icardi, sul primo caso di positività al coronavirus registrato in Piemonte informa che «non è un focolaio piemontese ma lombardo». Il paziente è un torinese di 40 anni. Si è ammalato, ha spiegato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, «dopo essere entrato in contatto con il ceppo lombardo».

I familiari dell’uomo sono sotto osservazione. Il torinese colpito da Coronavirus «ha un po’ di febbre ma è in buono stato di salute». A riferirlo il governatore Alberto Cirio dalla sala operativa della Protezione civile, dove alle 15 di oggi è stata convocata una Unità di Crisi che «resterà aperta h24». L’uomo avrebbe corso la mezza maratona di Santa Margherita Ligure dello scorso 2 febbraio insieme al 38enne di Codogno considerato il “pazienze 1” del focolaio lombardo.

La situazione in Lombardia e Veneto

Oggi 22 febbraio, c’è stata una seconda vittima italiana per coronavirus. Si tratta di una donna residente in Lombardia, collegata ai casi di Codogno. Le regioni con più contagi restano la Lombardia e il Veneto, dove rispettivamente si contano 46 e 16 casi. Otto cittadini cinesi che gestiscono un’attività imprenditoriale a Vo’ Euganeo, comune epicentro del contagio da Coronavirus in Veneto, sono stati portati in ospedale per verifiche sul loro stato di salute. Lo riferisce all’agenzia ANSA il sindaco, Giuliano Martini.

Il laboratorio gestito dai cittadini orientali è uno dei punti che il Comune e le strutture di prevenzione stanno sottoponendo a verifiche, per le indagini sul possibile “punto zero” della diffusione del virus. Si tratta di sette uomini e una donna. Dei 16 contagiati veneti, solo uno è al di fuori del comune di Vo’ Euganeo: il 67enne di Mira (Venezia) portato la notte scorsa dall’ospedale di Dolo a Padova, in rianimazione. Altri 9, tra cui «altri sette casi registrati oggi» ha spiegato il governatore Luca Zaia, fanno riferimento tutti a residenti del comune di Vo’. Per precauzione, intanto, il governatore veneto ha deciso di chiudere tutte le università della regione.

Il paziente 1 è in condizioni stabili

Intanto sono stabili le condizioni del “paziente 1”, il 38enne di Codogno risultato positivo al coronavirus per primo in Lombardia e ricoverato all’ospedale Civico di Codogno, in provincia di Lodi. Presto potrebbe essere trasferito all’ospedale Sacco di Milano, che è uno dei due centri individuati per l’emergenza, ma si attende un miglioramento del quadro clinico. L’altro ospedale individuato per fronteggiare l’emergenza è quello San Matteo di Pavia. Intanto i genitori del 38enne di Codogno sono stati prelevati da casa con un’ambulanza bio contenitiva dai carabinieri del Nas e da un equipe di personale medico specializzato.

Malagò: «Lo sport si fermi nelle zone a rischio»

«Sono in contatto con le autorità che hanno la responsabilità, il diritto e dovere di prendere iniziative e precauzioni. Se ci sono autorità governative e rappresentanze locali che faranno ordinanze per la sicurezza dei cittadini, lo sport si deve immediatamente adeguare». Sono le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, a proposito dell’emergenza virus. «Se c’è una manifestazione dove si verifica uno di questi casi, lì lo sport si deve fermare», ha aggiunto.

L’ultimo bilancio internazionale

L’ultimo bilancio delle vittime da coronavirus – registrato finora – è di 2.361 decessi a livello internazionale, incluse le due vittime italiane. Il totale dei casi di contagio è salito a quota 77.662. I pazienti guariti finora sono oltre 21mila.

In copertina: L’ospedale S. Raffaele di Milano

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