Coronavirus, il grido d’aiuto da Codogno: «Ragazzi autistici “segregati” da oltre 10 giorni, stanno terminando le mascherine» – Il video

A parlare a Open è Mario Perotti, presidente della cooperativa Amicizia che da anni assiste 51 ragazzi autistici: «Non possono più tornare a casa e vedere i loro familiari, la situazione sta diventando difficile»

«Stiamo arrancando, la situazione sta diventando difficile e sa cosa mi preoccupa di più? Che i ragazzi non riescano a sopportare ancora a lungo questo stress». A parlare è Mario Perotti, presidente della cooperativa Amicizia che assiste da anni 51 ragazzi autistici e che ha sede proprio a Codogno, focolaio dell’epidemia del Coronavirus. Open lo ha raggiunto su WhatsApp.


«Da quando siamo diventati zona rossa, i ragazzi non possono più vedere i genitori, né loro possono venire qui. Non possono tornare a casa la domenica, non possono fare attività. Di fatto sono “segregati” all’interno delle strutture, al massimo possono uscire per una passeggiata a Codogno» ci spiega.


Open | Nell’immagine alcuni ospiti delle strutture

Il problema delle mascherine

Una situazione che sta diventando sempre più difficile: «Stanno per terminare le mascherine. Il problema è serio perché abbiamo un’autonomia per un giorno, al massimo due, poi non ne avremo più e per noi sono indispensabili visto che le indossano sia i nostri medici che i ragazzi». Infatti, chi opera all’interno delle strutture – tre a Codogno e una comunità alloggio a Casalpusterlengo – ha l’obbligo di misurarsi la temperatura corporea per tre volte: a inizio, a metà e a fine turno.

Open | Il dott. Siboni e due educatori

Perotti, che gestisce anche una struttura con disabili anziani («i più vulnerabili in questa emergenza»), non ci nasconde di «essere sotto stress da padre e da presidente»: «Per fortuna i ragazzi hanno reagito nel migliore dei modi, certo gli manca andare in piscina, a cavallo o in gita ma stanno bene grazie al lavoro dei nostri eccezionali operatori».

Foto e video di Open

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