Coronavirus, basket a porte chiuse. Pozzecco: «Ora come facciamo a difendere?»

Il coach di Sassari: ‘Giocatori a un metro di distanza? E chi marca?’

Riprende, dopo lo stop causa emergenza coronavirus, anche il basket. A porte chiuse, con restrizioni stringenti. E pure, nel rispettare ovviamente il decreto ministeriale, qualche perplessità sulle possibilità di praticare lo sport in queste condizioni emerge anche dalla bocca dei diretti protagonisti.
Dal mondo della palla a spicchi ecco Gianmarco Pozzecco, coach di Sassari e funambolico ex play della Nazionale: ‘Giocare a porte chiuse per me è assurdo – dice Pozzecco a Dinamo Tv – . C’è un decreto in cui si dice che bisogna stare a un metro di distanza l’uno dall’altro. Io, però, chiedo ai miei ragazzi di essere aggressivi in campo e di rimanere attaccati agli avversari. Se c’è un metro tra loro e la persona su cui devono difendere io mi incxxxo clamorosamente. Ci sono tante incongruenze, va fermato tutto. I giocatori certamente non stanno a un metro di distanza. Sudano, gridano, starnutiscono e tossiscono’. Intanto dall’altra parte del Mondo LeBron James, stella dei Lakers, è diretto sulla possibilità di sprangare i cancelli d’ingresso nel più competitivo campionato del Mondo: ‘Nba a porte chiuse? Impossibile, se non c’è pubblico io non gioco. Io vado in campo per i miei compagni e per i tifosi’.


Foto di copertina Ansa


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